Pontecagnano Faiano, omicidio Marzia Capezzuti: associazioni e Comune in bilico sulle parti civili

Deciso «no» della procura, della difesa e della famiglia alla costituzione di parte civile delle associazioni antiviolenza

Marzia Capezzuti, la vittima
Marzia Capezzuti, la vittima
di Petronilla Carillo
Martedì 27 Febbraio 2024, 06:55 - Ultimo agg. 10:59
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Su un punto procura, difesa e famiglia di Marzia Capezzuti sarebbero d’accordo: non accogliere la richiesta di costituzione di parte civile di tre associazioni contro la violenze sulle donne e del Comune di Pontecagnano Faiano nel procedimento a carico di Barbara Vacchiano e del marito Damiano Noschese, accusati dell’omicidio della giovane ragazza milanese.

E se il pm Licia Vivaldi e l’avvocato Luigi Capaldo, difensore degli imputati, si sono da subito opposti, opposizione dovrebbe arrivare anche dai legali Carmela Landi e Nicodemo Gentile, difensori del padre, della madre e della sorella della vittima. Il gup Giovanna Pacifico, comunque, scioglierà la riserva nel corso della prossima udienza quando dovrebbe prendere il via, definitivamente, l’udienza preliminare.

Le associazioni in questione sarebbero Polis, referente regionale; Spazio Donna di Salerno e Al posto tuo di Torino. E anche nell’udienza di ieri non sono mancati i colpi di scena, l’avvocato Giovanni Gioia, difensore della Vacchiano, ha formalizzato l’abbandono della difesa della donna la quale già nel corso della precedente udienza aveva scelto quale proprio difensore il legale del marito, l’avvocato Capaldo. Oltre a questi, però, la Vacchiano ha nominato difensore anche il penalista Giuseppe Russo.

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Un valzer di nomine dinanzi al quale ancora una volta procura e parti civili si sono trovate d’accordo sull’impossibilità di procrastinare ancora l’avvio del procedimento per consentire i termini a difesa del nuovo avvocato anche perché di legale, la Vacchiano, ne ha già uno. Ma cosa ci sta dietro queste continue rinunce da parte dei legali? Ricordiamo che anche Noschese è stato «abbandonato» dal proprio legale, l’avvocato Pierluigi Spadafora, e questo perchè marito e moglie imputati sarebbero delle mine vanganti, che poco rispettano il parere e il percorso per loro scelti dai propri difensori. Bisognerà dunque attendere il prossimo mese per capire quale sarà la strategia della difesa dei due imputati accusati non soltanto di omicidio ma anche di reati molto brutti, come quello della tortura.

Damiano Noschese avrebbe parlato tanto in carcere, addossando le responsabilità dell’omicidio interamente alla moglie. Accuse che avrebbe poi formalizzato in due lettere destinate alla procura di Salerno per raccontare quella, che secondo lui, è la verità: la sua estraneità all’omicidio di cui sarebbe stato messo a conoscenza, a cose fatte, direttamente dal figlio. Figlio minorenne, anche lui recluso, ma nel carcere di Nisida, e che sarebbe stato l’artefice della video confessione che ha consentito una svolta alle indagini raccontando alla sorella la dinamica di quanto accaduto: lo strozzamento e il controllo della avvenuta morte della ragazza.