Sarno, odissea in ospedale col polso rotto: «Aspetto l’intervento da 8 giorni e peggioro»

Sarno, odissea in ospedale col polso rotto: «Aspetto l’intervento da 8 giorni e peggioro»
Una frattura al polso ed un’attesa lunga già 8 giorni. Intervento chirurgico continuamente rimandato per l’indisponibilità degli anestesisti....

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Una frattura al polso ed un’attesa lunga già 8 giorni. Intervento chirurgico continuamente rimandato per l’indisponibilità degli anestesisti. «Hanno già detto che la mia condizione peggiora nell’attesa, ma non vengo sottoposto ad intervento». È la storia di Gaetano Crescenzo, 40 anni, di Sarno, e del suo peregrinare da un ospedale all’altro. Si delinea così, nel racconto, il crollo dei reparti di ortopedia e traumatologia nell’agro sarnese nocerino, dove vengono garantire solo le urgenze. I pazienti scappano, cercano disperatamente un posto letto in altri nosocomi. La migrazione è verso il napoletano, il nolano e l’ospedale di Oliveto Citra. L’Agro non riesce a garantire l’assistenza. Da ortopedie di eccellenza al tracollo. Da una parte il Martiri del Villa Malta con carenza di personale e nessuna garanzia sulle operazioni chirurgiche, dall’altra l’Umberto I di Nocera Inferiore con gli anestesisti senza copertura economica perché sforato, a luglio ed agosto, il fondo aggiuntivo che garantisce l’acquisto di prestazioni. Le storie tra le pareti asettiche dei nosocomi sono drammatiche. 

Gaetano in questi giorni ha visto tanti pazienti nelle sue stesse condizioni, in attesa anche da prima, andare via. E il problema nei reparti è anche di servizi ed igiene. Pochi giorni fa sono dovuti intervenire i carabinieri. «Ho riscontrato grande professionalità in tanti medici ed operatori - spiega il 40enne - purtroppo per colpa di pochi ci sono situazioni al limite. Non si possono lasciare in questo stato i pazienti. Dovevo essere operato al polso per frattura scomposta, venerdì, mi hanno rimandato a martedì. Poi, il medico è venuto in camera dicendomi di non poter procedere perché mancano gli anestesisti. Attualmente non so ancora la data dell’intervento. Sono arrivato al pronto soccorso di Sarno e mi hanno detto che il reparto era chiuso, sono stato portato a Nocera Inferiore. Praticamente, ad oggi, occupo un posto e come me anche altri, solo per attendere. Se serve un posto letto, non c’è. Non so dove stiamo arrivando. I pazienti, tutti quelli che se ne possono andare, scappano. Una donna è andata ad operarsi a Napoli, io pure sto provvedendo per altra soluzione. Il problema non è della Campania, è l’Agro. Vorrei lanciare un appello, ma non so chi possa ascoltare. Lasciando stare i ruoli che si occupano è un fatto di umanità. I medici voglio operare, ma sono fermi. Abbiamo le Ferrari ferme ai box. Gli infermieri mi hanno detto che dopo 15 giorni la mia condizione peggiorerà e l’intervento sarà più complicato. Tra l’altro c’è un problema di pulizia. L’altra notte un paziente è stato male, ha vomitato ed ho chiamato più volte perché si pulisse ma nulla. Ho dovuto chiamare i carabinieri e così sono arrivati gli inservienti». 

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Il Mattino