Sarno, odissea in ospedale col polso rotto:
«Aspetto l’intervento da 8 giorni e peggioro»

Sarno, odissea in ospedale col polso rotto: «Aspetto l’intervento da 8 giorni e peggioro»
di Rossella Liguori
Mercoledì 7 Settembre 2022, 06:40 - Ultimo agg. 8 Settembre, 07:30
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Una frattura al polso ed un’attesa lunga già 8 giorni. Intervento chirurgico continuamente rimandato per l’indisponibilità degli anestesisti. «Hanno già detto che la mia condizione peggiora nell’attesa, ma non vengo sottoposto ad intervento». È la storia di Gaetano Crescenzo, 40 anni, di Sarno, e del suo peregrinare da un ospedale all’altro. Si delinea così, nel racconto, il crollo dei reparti di ortopedia e traumatologia nell’agro sarnese nocerino, dove vengono garantire solo le urgenze. I pazienti scappano, cercano disperatamente un posto letto in altri nosocomi. La migrazione è verso il napoletano, il nolano e l’ospedale di Oliveto Citra. L’Agro non riesce a garantire l’assistenza. Da ortopedie di eccellenza al tracollo. Da una parte il Martiri del Villa Malta con carenza di personale e nessuna garanzia sulle operazioni chirurgiche, dall’altra l’Umberto I di Nocera Inferiore con gli anestesisti senza copertura economica perché sforato, a luglio ed agosto, il fondo aggiuntivo che garantisce l’acquisto di prestazioni. Le storie tra le pareti asettiche dei nosocomi sono drammatiche. 

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Gaetano in questi giorni ha visto tanti pazienti nelle sue stesse condizioni, in attesa anche da prima, andare via.

E il problema nei reparti è anche di servizi ed igiene. Pochi giorni fa sono dovuti intervenire i carabinieri. «Ho riscontrato grande professionalità in tanti medici ed operatori - spiega il 40enne - purtroppo per colpa di pochi ci sono situazioni al limite. Non si possono lasciare in questo stato i pazienti. Dovevo essere operato al polso per frattura scomposta, venerdì, mi hanno rimandato a martedì. Poi, il medico è venuto in camera dicendomi di non poter procedere perché mancano gli anestesisti. Attualmente non so ancora la data dell’intervento. Sono arrivato al pronto soccorso di Sarno e mi hanno detto che il reparto era chiuso, sono stato portato a Nocera Inferiore. Praticamente, ad oggi, occupo un posto e come me anche altri, solo per attendere. Se serve un posto letto, non c’è. Non so dove stiamo arrivando. I pazienti, tutti quelli che se ne possono andare, scappano. Una donna è andata ad operarsi a Napoli, io pure sto provvedendo per altra soluzione. Il problema non è della Campania, è l’Agro. Vorrei lanciare un appello, ma non so chi possa ascoltare. Lasciando stare i ruoli che si occupano è un fatto di umanità. I medici voglio operare, ma sono fermi. Abbiamo le Ferrari ferme ai box. Gli infermieri mi hanno detto che dopo 15 giorni la mia condizione peggiorerà e l’intervento sarà più complicato. Tra l’altro c’è un problema di pulizia. L’altra notte un paziente è stato male, ha vomitato ed ho chiamato più volte perché si pulisse ma nulla. Ho dovuto chiamare i carabinieri e così sono arrivati gli inservienti». 

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