Omicidio Solimeno a Eboli, emergono dubbi sulla traiettoria del proiettile fatale

Le perizie balistiche smentiscono la ricostruzione testimoniale. Giallo più fitto, s’indaga per capire chi era in auto con la vittima

Il rione Pescara a Eboli, luogo dell'agguato dello scorso 29 marzo
Omicidio Solimeno: la perizia balistica non coincide con i risultati della perizia medico legale. La vittima, quando è stata colpita dal proiettile esploso da un killer...

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Omicidio Solimeno: la perizia balistica non coincide con i risultati della perizia medico legale. La vittima, quando è stata colpita dal proiettile esploso da un killer posizionato in strada, era seduta sul sediolino anteriore dell’auto ma dall’analisi della traiettoria del proiettile, emergerebbero scenari nuovi che farebbero ipotizzare piste alternative. Il colpo di scena si è registrato ieri nel corso dell’incidente probatorio celebrato davanti al gip Giandomenico D’Agostino e ai legali di parte, l’avvocato Giuseppe Russo per gli imputati - i tre fratelli ebolitani Giuseppe, Felice e Gaetano Celso - e l’avvocato Stefania Pierro che rappresenta la vedova e i familiari della vittima. 

Secondo le conclusioni del perito è coerente e logico ritenere che, in base all’analisi della traiettoria del colpo, quando l’artigiano appena 29enne è stato colpito dal proiettile, si trovava sul sediolino posteriore; poiché questo dato non è compatibile con la ricostruzione effettuata che colloca Mario Solimeno sul sediolino anteriore dell’auto, potrebbe non essere stato quello esploso dall’esterno il colpo mortale. Alla luce dei rilievi eseguiti sull’autovettura è infatti possibile ipotizzare che il killer abbia sparato dal margine della strada colpendo in rapida successione l’auto in transito sulla quale viaggiava la vittima. È stato il secondo proiettile a colpire Solimeno, conficcandosi nel lato destro del collo. Da qui l’incongruenza emersa ieri nel corso dell’incidente probatorio

Se Solimeno stava avanti e la perizia balistica afferma che per essere colpito da quel proiettile avrebbe dovuto essere dietro, allora il proiettile che l’ha ucciso non è quello penetrato dal lunotto posteriore dell’auto in quanto anche le fonti testimoniali collocano la vittima sul sediolino anteriore dell’auto. Oltre al conducente, chi c’era con la vittima all’interno della vettura? I testimoni oculari parlano di almeno altre tre persone. Dalle intercettazioni sembra ce ne fossero addirittura quattro. Il giallo si infittisce e l’inchiesta appare ancora alle battute iniziali. L’agguato a Solimeno andò in scena il 29 settembre, alle 11 di mattina. L’uomo si stava recando verso casa della sorella Maria a bordo di una Fiat Punto. In via D’Urso, nel rione Pescara di Eboli, finì nel fuoco incrociato che colpì la carrozzeria dell’auto e i finestrini. Un colpo di pistola lo raggiunse al collo. Solimeno venne accompagnato in ospedale dal fratello ma le sue condizioni apparvero subito gravi. Dopo un primo intervento dei medici ebolitani, fu trasferito a Napoli, all’ospedale Cardarelli e infine venne operato al Cto. Morì dopo 27 giorni di agonia. L’incidente probatorio ha escluso ogni responsabilità medica: l’assistenza prestata alla vittima è stata tempestiva, adeguata nei mezzi e corretta nei modi.

 

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Il Mattino