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«Credevo che non facesse più male. Di averla superata. Di essere un uomo che ha trasformato quei ricordi in cicatrici e che capisce che là fuori ci sono persone crudeli, bisogna solo resistere. Invece non è così». Lo sfogo di Pierpaolo Mandetta per gli insulti omofobi ricevuti da un gruppo di adolescenti ha raccolto in poche ore migliaia di messaggi di solidarietà.
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«Ho fatto finta di niente, ho chiuso gli attrezzi nel capanno, sono salito in macchina per tornare a casa e quando ho messo in moto sono scoppiato a piangere» ha raccontato lo scrittore capaccese.
Immediata è stata la solidarietà degli amici sui social, soprattutto dei tanti cittadini capaccesi che lo conoscono e che ne hanno sottolineato la sensibilità dimostrata in tante occasioni. «Pubblico questa foto senza vergogna, non importa se così mi rendo vulnerabile o ridicolo, perché ripeto che non è una questione di forza, di lotta o resistenza. - ha concluso - Fa male e basta. È una violenza e non è giusto. E la pubblico affinché chi li conosce capisca il dolore che possono causare dei ragazzi di quell’età. Perché se lo fanno a me, vuol dire che lo faranno anche a scuola, e magari stanno distruggendo l’adolescenza a qualcuno come successe ai miei tempi».
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