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«Il dg ha spiegato che la programmazione regionale non prevede, perlomeno non ancora, un ospedale unico - spiega il Mario Conte al termine dell’incontro - e poiché a Battipaglia la necessità dell’adeguamento sismico era tale da non consentire di svolgere i lavori necessari senza chiudere il plesso, la decisione di costruirne uno nuovo era l’unica tecnicamente possibile per continuare a garantire l’assistenza sanitaria all’utenza. Il vecchio ospedale non esisterà più al termine dei lavori». I finanziamenti disponibili, ha sostenuto Sosto, sarebbero andati perduti se non avessero previsto i lavori, così come per l’ospedale di Eboli che, negli ultimi anni, considerando anche la costruzione del nuovo plesso, ha ricevuto fondi per circa 40 milioni di euro.
«Tra l’altro - agiunge Conte - la nuova costruzione a Eboli comporterà un aumento a 150 posti letto. Il direttore ci ha assicurato che i due ospedali coesisteranno con funzioni diverse. Attendiamo l’atto aziendale per comprendere quale sarà l’effettiva rifunzionalizzazione dei due ospedali. Il Comitato ha sollevato anche il problema del personale ricevendo l’assicurazione che i concorsi proseguiranno. Siamo comunque preoccupati di eventuali accorpamenti anche se il direttore ha parlato di servizi diversi ma complementari tra i due ospedali. Manterremo alta la guardia - conclude Conte - in attesa dell’atto aziendale che chiarirà il quadro e sul quale, in caso non ci convinca, interverremo con forza. A livello politico continueremo la nostra azione per ottenere che la Regione programmi l’ospedale unico che riteniamo la via migliore per assicurare servizi sanitari di qualità».
Per la Uil Fpl l’epilogo è già scritto: «Tra sette anni, Eboli non avrà nemmeno più la chirurgia».
Il Mattino