Pagani, pusher condannato a due anni e 8 mesi: aveva cocaina e 10mila euro in contanti in casa

Pagani, pusher condannato a due anni e 8 mesi: aveva cocaina e 10mila euro in contanti in casa
In casa aveva cocaina e 10mila euro in contanti, viene condannato a 2 anni e 8 mesi di reclusione un giovane 27enne di Pagani. Il ragazzo aveva patteggiato la sua pena in primo...

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In casa aveva cocaina e 10mila euro in contanti, viene condannato a 2 anni e 8 mesi di reclusione un giovane 27enne di Pagani. Il ragazzo aveva patteggiato la sua pena in primo grado, ora è arrivata l'inammissibilità della Cassazione per il ricorso della difesa, che ha reso la condanna definitiva. Dopo essere stato pedinato fu scoperto dai carabinieri con circa un etto di cocaina e la somma di 10mila euro, suddivisa in banconote di diverso taglio che furono sequestrate perché ritenute oggetto di un'attività di spaccio. Per la difesa, quel denaro rinvenuto nella stanza da letto della madre dell'imputato, titolare di pensione di riversibilità, risultava essere compatibile con i soldi che la donna percepiva da tempo e che l'uomo incassava, mensilmente, con assegno staccato dall’Inps poiché beneficiario del reddito di cittadinanza.

In relazione alla droga, invece, la Cassazione ricorda che il giudice ha deciso «sulla base di una serie di indici parametrici, tra i quali il quantitativo della cocaina e la elevata percentuale di principio attivo contenuto, nonché la presenza di sostanza da taglio, tale da consentire una notevole implementazione del già elevato numero di sostanze estraibili». 

Sul denaro, invece, «è evidente e motivato squilibrio tra i redditi leciti del nucleo familiare e le somme apprese con il sequestro, il giudice di merito non era tenuto a ricercare un nesso eziologico dei beni rispetto ai reati per cui si è qui proceduto (e tantomeno, rispetto alla "attività di spaccio" cui viene fatto riferimento in ricorso, mai contestata), e ciò in coerenza con la natura giuridica di misura di sicurezza atipica, che è propria della tipologia di confisca, in quanto fondata su una situazione di pericolosità espressa dall'imputato».

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Il Mattino