Palma, il «giallo» del reperto scomparso: scatta l'inchiesta

L'ingresso del pronto soccorso dell'ospedale Ruggi
Si apre una nuova inchiesta per la morte di Palma Casanova. Il sostituto procuratore Elena Guarino ha aperto un fascicolo, al momento a carico di ignoti, per la sparizione di una...

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Si apre una nuova inchiesta per la morte di Palma Casanova. Il sostituto procuratore Elena Guarino ha aperto un fascicolo, al momento a carico di ignoti, per la sparizione di una parte del tratto intestinale asportato alla donna durante il secondo intervento chirurgico. E così all’inchiesta per omicidio colposo che vede tredici indagati, si aggiunge quella per la «sparizione» di un importante elemento di prova: il sigma. 


Quella parte di intestino, cioè, che doveva essere analizzata per capire le cause del decesso della 56enne commerciante di Atrani. Il magistrato, che nella tarda mattinata di ieri ha avuto un breefing con il procuratore capo Corrado Lembo, vuole capire se la sparizione del reperto sia dovuta a negligenza o a dolo. Con l’intento, in quest’ultimo caso, di inquinare le prove. In entrambi i casi i fatti sono gravissimi.

Attraverso un’indagine interna sembra siano stati ricostruiti i vari passaggi di mano e di turni: una volta che il reperto della signora Casanova è uscito dalla sala operatoria (venerdì sera), c’è stata la trascrizione sul brogliaccio e poi il reperto sarebbe stato posizionato su un carrello in attesa di essere trasferito ad anatomia patologica (reparto rimasto chiuso da sabato a lunedì).

Su quello stesso carrello, sempre venerdì, è stato poggiato anche un reperto (un dente) che apparteneva alla ragazza salernitana morta in seguito ad un incidente stradale. Sembra che nella confusione (circostanza che non è una scusante ma forse un aggravante più del dolo) è stato gettato tutto: sia il reperto che non serviva (il dente della ragazza) sia la parte di intestino della 56enne atranese. Una cosa è certa: che la tracciabilità del reperto c’è tutta. Sembra che la procedura sia stata eseguita alla lettera e gli inquirenti non avranno difficoltà a individuare quanti hanno avuto in gestione il reperto.  Leggi l'articolo completo su
Il Mattino