Dimezzati i cesarei, boom di bebè nati coi parti naturali negli ospedali di Salerno

Dimezzati i cesarei, boom di bebè nati coi parti naturali negli ospedali di Salerno
Culle sempre più vuote, ma addio ai tagli cesari. Si nasce sempre più con parti naturali. È questa la fotografia - dati certificati la scorsa settimana dal...

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Culle sempre più vuote, ma addio ai tagli cesari. Si nasce sempre più con parti naturali. È questa la fotografia - dati certificati la scorsa settimana dal ministero della Salute - dei reparti maternità degli ospedali salernitani nel 2018: il numero dei bimbi nati con parti cesarei si è ridotto in modo consistente per fare posto ai bebè che emettono il primo vagito in seguito ad un parto naturale. 


Notevoli i vantaggi per le casse dello Stato che risparmiano dal taglio alla ospedalizzazione delle neo mamme, ma soprattutto per il benessere della donna che si riprende molto più rapidamente dopo un parto naturale e infine per l’immagine della sanità regionale. La percentuale dei parti cesarei, infatti, costituisce un indicatore utilizzato dal Comitato dei Livelli essenziali di assistenza per il monitoraggio dell’efficienza dei Lea (i Livelli di assistenza), in sostanza le prestazioni e i servizi che il Servizio sanitario nazionale è tenuto a fornire ai cittadini. In altre parole meno parti cesarei si effettuano, riducendoli ai soli casi davvero necessari, più la Sanità viene considerata efficiente. 

Dal 2015 ad oggi, un passo in avanti è stato fatto. Nel 2015 la percentuale dei parti cesarei era del 65,34% del totale dei parti negli ospedali e nelle cliniche salernitane. In pratica due bambini su tre su un totale di 8494 nati, con casi come l’ospedale di Cava de’ Tirreni dove oltre il 75% delle donne si è sottoposta ad un taglio cesareo. Nel 2018, grazie ad una diversa organizzazione delle strutture e ad un cambio soprattutto culturale, la percentuale dei cesarei si è ridotta al 37,51% del totale dei parti con cui sono venuti alla luce i 7550 bimbi nati tra Salerno e la provincia (nel 2017 erano stati 8143).  Leggi l'articolo completo su
Il Mattino