Salerno, Bellandi benedice la Sindone: «Icona potente della Passione di Gesù»

Nel Duomo di Salerno il vescovo Bellandi inaugura la Sindone salernitana, in esposizione nel periodo di Pasqua

Il vescovo Bellandi benedice la Sindone salernitana
L’arcivescovo Andrea Bellandi benedice ieri mattina, al termine della celebrazione solenne nella domenica delle Palme, la Sindone salernitana, il lino dipinto nel 1665 da...

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L’arcivescovo Andrea Bellandi benedice ieri mattina, al termine della celebrazione solenne nella domenica delle Palme, la Sindone salernitana, il lino dipinto nel 1665 da autore ignoto, che riproduce in modo fedelissimo il sacro Telo conservato nel duomo di Torino che, secondo la tradizione cristiana e buona parte della scienza, ha custodito il corpo di Cristo morto e piagato dalle ferite della passione. È un’Icona potentissima, resa ancora più incisiva dal fatto che, ieri, nelle chiese, si legga quella parte del Vangelo secondo Matteo, che narra la passione di Gesù. La Sindone diventa la lettura plastica del libro sacro e accompagnerà i fedeli che raggiungeranno il duomo per i riti della Settimana santa e fino al 16 aprile, domenica della Divina Misericordia. Tra l’altro la tradizione riferisce che ogni singola copia era messa a contatto diretto con la Sindone originale e, di fatto, questo rende la copia salernitana una reliquia per contatto del sacro Telo. «È un reperto molto importante anche per l’antichità», aveva ricordato monsignor Bellandi venerdì, nell’usuale video-intervista mensile resa alla portavoce diocesana Marilia Parente. «Viene da casa Savoia - aveva proseguito - dal luogo dov’è custodita la reliquia originale. La Sindone salernitana fu donata alla Clarisse di San Michele, è stata tenuta da loro e dopo custodita dal nostro museo diocesano. Da qualche anno cerchiamo di esporla anche nelle parrocchie». 

 

 

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Il Mattino