Sparò all'impazzata per tre giorni, due feriti: condanna confermata dalla Cassazione

Sparò all'impazzata per tre giorni, due feriti: condanna confermata dalla Cassazione
Sparò contro cose e pedoni per almeno tre giorni, con una Glock 9x21, partendo da Cava de’ Tirreni per poi attraversare buona parte dell’Agro nocerino. Senza un...

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Sparò contro cose e pedoni per almeno tre giorni, con una Glock 9x21, partendo da Cava de’ Tirreni per poi attraversare buona parte dell’Agro nocerino. Senza un apparente motivo, ferendo gravemente una ragazza di 21 anni ed un pensionato, di 66 anni, seduto ad un bar. Diventa definitiva la condanna per Luca Criscuolo, il 28enne nocerino, che aveva già patteggiato 5 anni di reclusione con le accuse di tentato duplice omicidio, danneggiamento e possesso illegale di arma da fuoco. La difesa, rappresentata dall’avvocato Andrea Vagito, aveva presentato ricorso, denunciando violazione di legge e difetto di motivazione in ordine alla qualificazione di due capi d'accusa, come tentato omicidio. La Suprema Corte ha però dichiarato inammissibile il ricorso, rendendo di fatto definitiva la pena.


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I fatti risalgono al 21 maggio del 2018, quando il ragazzo, sottraendo da una cassaforte in casa una pistola, all'insaputa della famiglia, salì a bordo della sua auto, scorazzando tra diversi comuni della provincia ed esplodendo diversi colpi di pistola verso persone e attività commerciali. Almeno undici sarebbero stati i colpi esplosi, che distrussero in sequenza il finestrino di un'auto di una coppia a Pagani, provocando poi danni all'insegna e agli arredi di un bar a Sarno, e ad una vetrina di un negozio a Nocera. Attraverso un'operazione congiunta di polizia e carabinieri, il ragazzo fu poi arrestato in casa.

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Gli episodi si verificarono a cavallo di almeno tre giorni, con diverse segnalazioni giunte in quelle drammatiche ore alle forze dell'ordine. Poi arrivò la sentenza di patteggiamento, dinanzi al gip del tribunale nocerino. Nessun apparente motivo dietro quei gesti, se non forse la volontà di intimidire chi si ritrovava sul cammino del ragazzo, verso il quale la procura dispose, durante le indagini, anche una consulenza psichiatrica.  Leggi l'articolo completo su
Il Mattino