Preso a calci dal padre dopo una paghetta negata

Preso a calci dal padre dopo una paghetta negata
Scaraventato a terra e preso a calci con la punta di uno stivale rinforzato in acciaio. È solo un bambino e, con il fratello e la mamma, ha dovuto subire le violenze che il...

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Scaraventato a terra e preso a calci con la punta di uno stivale rinforzato in acciaio. È solo un bambino e, con il fratello e la mamma, ha dovuto subire le violenze che il padre per anni ha messo in atto tra le «rassicuranti» mura domestiche. Il caso, denunciato presso l’associazione «Violenze Sommerse» che, istituita dagli avvocati Carla Maresca e Fabio Sorà, fornisce assistenza legale gratuita alle vittime di violenza, è finito sul tavolo della Procura che ha aperto due procedimenti: il primo, davanti al tribunale penale, ha già registrato il rinvio a giudizio dell’uomo, F.C., 38 anni, di Salerno, che dovrà presentarsi stamattina davanti ai giudici per la prima udienza dibattimentale con le accuse di maltrattamenti in famiglia, lesioni personali aggravate sulla moglie e sui figli minori e violazione degli obblighi di assistenza familiare. L’altro, aperto davanti al tribunale per i minori, si è concluso con un decreto di sospensione della responsabilità genitoriale, un provvedimento temporaneo che attraverso l’adozione di un percorso psicologico mira al recupero della funzione paterna dell’uomo che, se non risponderà positivamente al percorso, rischia di perdere per sempre i propri bambini.


Nel fascicolo, dove sono ricostruiti i «reiterati atti di violenza fisica e verbale» e i maltrattamenti, c'è un episodio che colpisce per la particolare gravità. È il 22 novembre 2014: i bambini vogliono andare al cinema con la mamma per guardare un cartone. È il più grande a telefonare al padre per chiedergli i soldi per acquistare i biglietti. L’uomo acconsente e si presenta all’appuntamento con il figlio per dargli quanto richiesto. Il bambino scende di casa contento, ma il padre gli dà solo pochi spiccioli. Alle rimostranze del piccolo l’uomo perde la testa: scende dal furgone, lo afferra per i capelli e lo scaraventa sull’asfalto. Quindi comincia a sferrargli dei calci sul corpo. In quel momento arriva la madre e il 36enne si dà alla fuga lasciando suo figlio a terra.  Leggi l'articolo completo su
Il Mattino