Plastica «intima», ragazza mutilata il perito fa dietrofront, lite in aula

Plastica «intima», ragazza mutilata il perito fa dietrofront, lite in aula
«Nel rileggere la consulenza ho evoluto il mio pensiero». Una evoluzione, quella del perito della procura di Salerno, il medico Albina D’Alessandro, che ha...

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«Nel rileggere la consulenza ho evoluto il mio pensiero». Una evoluzione, quella del perito della procura di Salerno, il medico Albina D’Alessandro, che ha lasciato ieri mattina tutti sbalorditi durante l’udienza a carico di C.M., il chirurgo che, nell’aprile 2012, sottopose S.R. a «ninfectomia totale», cioè all’asportazione delle piccole labbra della vulva. Mutilandola. 


Quando il sostituto procuratore Giovanni Paternoster le aveva affidato la perizia, il medico aveva redatto una relazione nella quale riconosceva al chirurgo degli errori. Ieri, in aula, il colpo di scena: l’intervento era stato eseguito bene - secondo quanto riferito dalla D’Alessandro durante la propria deposizione - la colpa della mutilazione sarebbe da attribuire ad un secondo chirurgo che sarebbe intervenuto su richiesta della paziente per cercare di sistemare il tutto. Un colpo di scena dinanzi al quale il pm Paternoster e il difensore di fiducia della vittima, l’avvocato Donatella Sica, hanno rabbrividito. Proprio la penalista non esclude di denunciare il perito in quanto «a parte l’evoluzione del pensiero, anche la relazione stilata a nostro avviso non esegue un’analisi tecnica approfondita di quanto chirurgicamente accaduto». 

Il medico, difeso dall’avvocato Enrico Tedesco, secondo l’impianto accusatorio avrebbe dovuto asportare il tessuto in eccesso delle grandi labbra della vulva (ninfectomia parziale) invece eseguì un intervento diverso da quello richiesto dalla donna e concordato con la stessa. Secondo le accuse, l’operazione chirurgica non sarebbe stata eseguita con le migliori tecniche operatorie tanto che la paziente ha subito un indebolimento permanente della sensibilità sessuale, la diminuzione della libido ed un evidente danno estetico del complesso vulvare. C’è anche la possibilità di rischi e complicanze in caso di un’eventuale gravidanza. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino