Eboli dice no ai bambini profughi: «Qui è già una polveriera»

Eboli dice no ai bambini profughi: «Qui è già una polveriera»
EBOLI - Bocciati tutti i progetti per l'accoglienza dei bambini profughi. «Erano otto progetti per 52 bambini profughi - spiega il sindaco Cariello - li abbiamo respinti...

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EBOLI - Bocciati tutti i progetti per l'accoglienza dei bambini profughi. «Erano otto progetti per 52 bambini profughi - spiega il sindaco Cariello - li abbiamo respinti tutti. Abbiamo già troppi stranieri sul territorio».


Vince la linea politica dettata da Casa Pound, seguita poi dal Pd, da Forza Italia e dai partiti di maggioranza e opposizione. Otto progetti di ospitalità, tutti stracciati. Il no ai 52 bambini profughi «è stato unanime», spiega Pasquale Infante, capogruppo del Pd, alla fine della commissione politiche sociali. Infante, come Cariello, espone l'alibi delle periferie al collasso: «Siamo in una polveriera».

Anche la scudocrociata Udc dice no ai bambini: «Non vi rendete conto della situazione a Santa Cecilia. I nostri figli, i nostri nipoti, non comanderanno più nulla. Saranno i neri a dettare legge», afferma Giuseppe La Brocca. Il sindaco invita ad abbassare i toni, poi vota no anche lui all'arrivo dei 52 bambini profughi. Nei corridoi del Comune spira forte il vento della campagna elettorale. La posizione da difendere nel listino, i voti da portare al partito. Con il presidente della commissione, Marchesano, gli otto progetti di ospitalità sono stati rigettati da Cariello, Lenza (assessore), La Brocca, Cardiello, Fido, Merola, Infante e Domini.
 
Maggioranza e opposizione per la prima volta si ritrovano insieme a costruire il muro contro i bambini profughi. Gli appelli all'ospitalità cristiana, lanciati don Daniele Peròn, sono caduti nel vuoto. Non c'è spazio per i bimbi, nè per il Vangelo.

«Sono già troppi, sono cinquemila, non possiamo fare altrimenti», dichiara Infante. C'è chi affronta la questione di petto, alla Casa Pound, e chi cerca un alibi per aver detto no.


«Il Natale delle luci incantate, dei mercatini e dei sorrisi, il Natale del siamo tutti più buoni è già finito - dichiarava giorni fa Maria Teresa Imparato, dirigente di Legambiente e attivista di sinistra - Eboli è sempre stata una città ospitale, caro sindaco non cadere nel valzer del razzismo e del populismo». Troppo tardi. I bambini non arriveranno. Hanno vinto Casa Pound e la paura dell'uomo nero.
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Il Mattino