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Le attuali indagini sono affidate agli agenti della Squadra mobile di Salerno che, nelle ore successive alla denuncia in collaborazione con il colleghi del commissariato di Battipaglia, hanno sequestrato i filmati delle telecamere presenti nei punti più «sensibili» e, cioè, vicino alla scuola dove ci sarebbe anche un supermercato provvisto di telecamere, lungo la strada nazionale e le vie principale ed anche quelle del cimitero (gli otto varchi sono tutti custoditi) dove la ragazzina è stata recuperata dalla mamma: gli investigatori, sotto il coordinamento della procura salernitana, vaglieranno un range di sei ore per controllare se i vari occhi elettronici abbiano ripreso il passaggio di un’auto rossa con a bordo due persone e la ragazzina. E le due persone, come raccontato, dovrebbero avere il volto travisato. Sarà un lavoro capillare da parte dei poliziotti agli ordini dei vicequestori Di Palma (a capo della Mobile) e Fedele (a capo del commissariato battipagliese) mentre il pm Carlo Rinaldi a breve potrebbe risentire la mamma della ragazzina e decidere se ascoltare, in modalità protetta, la stessa minore. Qualcosa nel racconto non torna: il motivo del sequestro, prima di tutto, considerato che lunedì la ragazzina non ha subito alcuna violenza sessuale. E, allora, di cosa si tratta: una ritorsione o vendetta nei confronti della famiglia per qualche «sgarro»? Qualcuno che vuol indurre al silenzio mamma e figlia per qualcosa accaduto in un passato, anche recente? O entrambe vogliono nascondere qualcosa?
Una serie di interrogativi che solo le indagini potranno chiarire. Intanto (e anche questo appare singolare) uno dei custodi del cimitero, che ha fornito le immagini delle telecamere ai poliziotti, ha affermato di non aver ricevuto - né lui né i colleghi - alcuna richiesta di aiuto sia dalla ragazzina, una volta lasciata sola nei pressi del cimitero, che da parte della mamma quando è arrivata. E di non aver udito, in precedenza, grida di aiuto.
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