Revenge porn, 17enne sott’accusa: chiede la messa alla prova

Revenge porn, 17enne sott’accusa: chiede la messa alla prova
l pubblico ministero ha chiesto il rinvio a giudizio per il 17enne paganese finito lo scorso marzo in comunità con l’accusa di revenge porn per aver tappezzato il...

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l pubblico ministero ha chiesto il rinvio a giudizio per il 17enne paganese finito lo scorso marzo in comunità con l’accusa di revenge porn per aver tappezzato il paese di manifesti “ritoccati” nei quali la sua ex, una ragazzina appena 13enne, appariva in una versione hot corredata da offerte fasulle di prestazioni sessuali a pagamento.

L’adolescente, rappresentato dall’avvocato Giuseppe Pepe, dovrà quindi presentarsi tra due settimane davanti al gup del tribunale per i minorenni per chiedere la messa alla prova nel corso del procedimento che sarà definito con il rito abbreviato. Il giovane, nel corso dell’interrogatorio celebratosi qualche tempo fa, ha già ammesso ogni addebito affermando di aver agito in preda alla rabbia senza pensare alle reali conseguenze che una cosa del genere poteva causare. Al momento il 17enne, residente in un comune limitrofo a quello di Pagani, resta in comunità così come disposto tre mesi fa dal gip del tribunale per i minorenni che ha emesso l’ordinanza cautelare. 

Gravissime le accuse contestate a suo carico: secondo la tesi degli inquirenti l’imputato non solo avrebbe utilizzato alcune foto inviategli dalla ragazza nel corso della loro relazione ma avrebbe recuperato anche ulteriore materiale dalle piattaforme dei social. In particolare, sotto la lente di ingrandimento della Procura, è finito un video realizzato dalla 13enne e pubblicato dalla stessa sui social. Proprio quel filmato sarebbe stato ritoccato dal 17enne che, attraverso un fermo immagine, avrebbe ricavato una foto che è stata poi modificata facendo apparire la ragazzina nuda. Questa immagine, stampata su decine di locandine, è stata affissa su tutti i muri del paese dove risiede la 13enne esposta in tal modo alla gogna. Il giovane, la cui condotta contestata dalla Procura è aggravata dai futili motivi, ha agito di notte: le locandine, posizionate soprattutto nei pressi dell’abitazione della vittima, si sono così materializzate la mattina.

La foto ritoccata della minore, è stata infine corredata da un’offerta di prestazioni sessuali a pagamento. Sono stati proprio i genitori della minore a rimuovere quei manifesti facendo poi scattare la denuncia. Gli inquirenti sono subito arrivati al 17enne incastrato anche dalla perquisizione domiciliare e informatica. All’interno della sua abitazione, infatti, gli agenti della polizia postale hanno scovato materiale pedopornografico. Sul computer del ragazzo, inoltre, è stata rinvenuta anche la foto originale della ragazza poi modificata dall’ex che l’ha trasformata in un’immagine senza veli. Tutto il materiale è finito sul tavolo del capo della Procura del tribunale per i minorenni Patrizia Imperato che, immediatamente, ha fatto scattare la misura cautelare a carico del ragazzo. 

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Il Mattino