Vibonati, stop al precariato per gli addetti al ciclo integrato dei rifiuti: assorbiti tutti da una nuova società

Vibonati assegna a una nuova società il ciclo dei rifiuti, stop al precariato per i lavoratori

Il sindacalista Massimo Stanzione
«I lavoratori del ciclo integrato dei rifiuti del cantiere di Vibonati hanno raggiunto una significativa pietra miliare nella loro lotta contro il precariato. La determina...

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«I lavoratori del ciclo integrato dei rifiuti del cantiere di Vibonati hanno raggiunto una significativa pietra miliare nella loro lotta contro il precariato. La determina numero 44 emanata dal Comune di Vibonati ha acquisito la disponibilità del subentro della ditta Sud Service alla ditta General Enterprise, aprendo la strada all'assunzione di questi lavoratori con contratti a tempo indeterminato e l'applicazione del contratto collettivo nazionale di lavoro sia in termini retributivi che normativi. Questa vittoria segna la fine di un lungo periodo di incertezza lavorativa e precariato, portando un sollievo tangibile ai dipendenti coinvolti». Massimo Stanzione della Fit Cisl Salerno sottolinea: «Più difficile è la sfida, più grande è la felicità nel vincere. I lavoratori del cantiere di Vibonati hanno dimostrato una straordinaria determinazione e resilienza nel perseguire i loro diritti, insieme all'amministrazione comunale di Vibonati.

 

E ora finalmente vediamo il risultato di tanti sforzi», ha detto. La Fit Cisl Salerno, aggiunge, «ha svolto un ruolo fondamentale in questo processo, offrendo supporto e guida ai lavoratori nel loro impegno per ottenere condizioni di lavoro più sicure e stabili. Grazie alla collaborazione tra le parti interessate, è stato possibile raggiungere un accordo che mette fine a anni di precariato e incertezza. Questa notizia rappresenta un esempio positivo di come la determinazione dei lavoratori e il sostegno delle organizzazioni sindacali possano portare a cambiamenti significativi nell'ambito del lavoro. La fine del precariato nel ciclo integrato dei rifiuti a Vibonati è motivo di celebrazione non solo per i diretti interessati ma per tutti coloro che credono nella dignità del lavoro e nella giustizia occupazionale».

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Il Mattino