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È stato il giudice monocratico del Tar di Salerno, la scorsa primavera, ad inviare gli atti in procura e dare così il via ad un’inchiesta che si è poi scissa in due diversi filoni investigativi: l’uno sul ripascimento del litorale salernitano, l’altro sui rapporti tra il sostituto procuratore Roberto Penna ed alcuni imprenditori. Inchieste, entrambe, ora coordinate dalla procura di Napoli. E questo perché c’è un magistrato coinvolto e la competenza deve essere di un diverso ufficio giudiziario. I due procedimenti, difatti, sono strettamente collegati tra di loro in quanto il magistrato, ora indagato, si sarebbe rifiutato di seguire quelle indagini richieste dal giudice amministrativo sul materiale utilizzato per realizzare l’opera. Il Tar, difatti, nell’accogliere il ricorso della società C.E.M e decretare la sospensiva, aveva ravvisato nella questione postagli alcuni elementi di rilevanza penale e tramesso così gli atti in cittadella giudiziaria. Il ricorso, però, non sarebbe mai più stato discusso nel merito in quanto la società lo avrebbe ritirato, lasciando però traccia delle proprie lamentele in un esposto presentato al Comune. Tutto sembrava essere finito lì. Caduto nel nulla senza alcuna apparente giustificazione. Ma l’indagine penale è, invece, andata comunque avanti.
In effetti il ricorso presentato al Tar dalla C.E.M. conteneva al suo interno una esplicita denuncia. Nel chiedere la revoca dell’appalto vinto dalla Ati Rcm per il ripascimento del litorale, la società aveva difatti motivato la sua richiesta denunciando una serie di violazioni normative connesse all’attività avviata.
Questo filone è nella mani del sostituto procuratore di Napoli Henry John Woodcock. E sarebbe composto di una serie di accertamenti svolti finora dagli investigatori ed arricchito di alcuni prelievi eseguiti anche presso la cava di Battipaglia per verificare la natura del materiale e la sua compatibilità con quello utilizzato per il ripascimento. Ma non solo. Nel fascicolo ci sarebbero anche alcuni video presi dalla pagina facebook dei Figli delle Chiancarelle in cui verrebbero ritratti alcuni camion che trasportano materiale derivante dall’abbattimento della ex Marzotto e diretti proprio sulla fascia litoranea della città. I prelievi di materiale eseguiti nelle scorse settimane servirebbero anche ad effettuare questo tipo di verifica e, soprattutto, a capire da cosa è costituita la sabbia delle aree oggetto del ripascimento.
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