Un muro di omertà. Sulla morte del sindaco Vassallo troppo silenzio. Chi sapeva non ha mai voluto parlato. Franco Roberti ex procuratore nazionale antimafia torna sulla...
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L’intervento di Roberti è arrivato ieri mattina a Palinuro dove l’assessore regionale alla legalità ha chiuso la quinta edizione del Premio Internazionale Nassiryia per la Pace. «Nelle indagini per far luce su un delitto - ha ribadito Roberti - sono fondamentali le prime ore per arrivare ad identificare il colpevole o i colpevoli. Poi è tutta una strada in salita, la verità si allontana. Nell’omicidio Vassallo proprio nei primi giorni è stato perso troppo tempo, ci sono stati degli errori territoriali, a livello di indagini si poteva fare di più. Quando abbiamo preso noi in mano il caso era troppo tardi».
Nell’inverno scorso l’annuncio dell’archiviazione. La famiglia si è affidata all’avvocato Antonio Ingroia. Si va dalla pista cittadina a quella della camorra napoletana, dai piccoli affari locali allo spaccio della droga, al quale il sindaco aveva dichiarato guerra. Roberti prima di congedarsi ha espresso quello che ha definito il suo personalissimo pensiero sul delitto di Vassallo che qualche giorno prima di morire aveva confessato di «aver scoperto qualcosa che non doveva scoprire». «Per me - ha detto Roberti - la morte del sindaco nulla ha a che vedere con la criminalità organizzata, non è un omicidio di mafia o di camorra, potrebbe essere invece legato a qualche malaffare territoriale, probabilmente un investimento locale non condiviso da Angelo. Mi auguro che il colpevole o i colpevoli vengano presto identificati». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino