Avvocati, ricorso bocciato: Gaetano Paolino resta presidente

Per il Consiglio Nazionale Forense la sua elezione è stata legittima

Gaetano Paolino
Ricorso infondato: l'elezione dell'avvocato Gaetano Paolino nominato presidente dell'Ordine degli avvocati di Salerno dopo le elezioni dello scorso 14 gennaio,...

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Ricorso infondato: l'elezione dell'avvocato Gaetano Paolino nominato presidente dell'Ordine degli avvocati di Salerno dopo le elezioni dello scorso 14 gennaio, è del tutto legittima, «indipendentemente dal fatto che la consiliatura 2015/2018, anche per disposizione normativa, sia stata prorogata sino al luglio 2019».

A decretarlo è stato il Consiglio Nazionale Forense, competente a pronunciarsi sui ricorsi relativi alle elezioni dei consigli dell'Ordine, che ha respinto il ricorso presentato lo scorso febbraio da cinque avvocati salernitani che chiedevano l'annullamento della delibera di proclamazione degli eletti sulla base di un presupposto di incandidabilità ed ineleggibilità dell'avvocato amministrativista Gaetano Paolino che aveva già ricoperto, nella consiliatura 2015/2018 e in quella immediatamente precedente, la carica di Consigliere segretario. Da qui secondo i ricorrenti la presunta incandidabilità poiché l'avvocato Paolino non avrebbe rispettato la consiliatura di fermo, pari a 4 anni solari, dopo i due mandati consecutivi, necessaria a garantire «quel ricambio necessario ad evitare il consolidamento di rapporti con l'elettorato attivo».
 

«È evidente scrive il Cnf nel motivare la decisione con la quale rigetta il ricorso che la norma di divieto miri ad impedire l'esercizio di un terzo mandato consecutivo, situazione che nel caso di specie non si presenta, atteso che l'avvocato Paolino non ha partecipato alla consiliatura 2019/2022, determinando un'interruzione di durata legale quadriennale e, dunque, pari ad un mandato in senso "oggettivo"- rispetto alla sua precedente esperienza consiliare».

Il ricorso degli avvocati ricorrenti ruotava intorno al presupposto che «considerato che la scadenza naturale del mandato consiliare è di 4 anni solari, la consiliatura di fermo cui l'avvocato Paolino era obbligato, al fine della possibilità di ricandidarsi, sarebbe stata di durata inferiore a quella legale e solare, essendo stata ridotta a 3 anni e 5 mesi circa». Anche questo punto è stato smontato dal Cnf che si riporta alle Sezioni Unite «chiarissime nello statuire che nessun rilievo può assumere la circostanza che le elezioni per il rinnovo dei Consigli dell'Ordine, da indire alla scadenza del quadriennio nel rispetto della legislazione elettorale, siano state in concreto indette, svolte o concluse più o meno rapidamente e che, di conseguenza, la neoeletta compagine consiliare si sia insediata poco prima o poco dopo il quadriennio».

Le norme in materia di elezioni dei Consigli degli ordini spiega il Cnf - poggiano su tre pilastri: «il divieto del terzo mandato riguarda esclusivamente i mandati ultrabiennali consecutivi; per la "ricandidatura" occorre considerare la durata oggettiva del mandato, che è quella legale (tendenzialmente) quadriennale; dei mandati di durata inferiore ai due anni non si tiene conto ai fini del rispetto del divieto».

Il ricorso, presentato lo scorso febbraio, non fu certo un fulmine a ciel sereno dopo una campagna elettorale particolarmente tesa. Già dal verbale di adunanza della commissione elettorale si evinse che tre commissari avevano proposto l'esclusione del candidato Paolino sul presupposto del mancato rispetto del periodo di fermo di una consiliatura almeno corrispondente all'ultimo dei due mandati consecutivi espletati. Messa ai voti, la proposta di esclusione della candidatura fu respinta con sette voti favorevoli all'ammissione e cinque voti contrari. A rischio c'era l'intero consiglio insediatosi ufficialmente lo scorso 19 gennaio. Il neo presidente si è però sempre dichiarato tranquillo: «Sono estremamente sereno e fiducioso affermò anche perché, da qualche giorno, il Consiglio Nazionale Forense si è pronunciato su questioni analoghe, richiamando i principi generali enunciati nel 2021 dalle Sezioni Unite della Corte di Cassazione e dalla Corte Costituzionale».
 

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Il Mattino