Bevono un cicchetto o una birra «per spensieratezza». E, il più delle volte, il primo sorso di alcol arriva tra gli undici e i diciassette anni. È la...
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Tra queste, 62 ha un familiare dipendente dall'alcol; il 7-8%, invece, arriva con una doppia dipendenza, il gioco e l'alcol o la droga e l'alcol. Le età delle persone prese in carico vanno dai 20 ai 30 anni (19%), dai 31 ai 40 (23,1%) e dai 41 ai 50 (32,3%). Le altre percentuali si riferiscono agli ultracinquantenni. Sono per lo più gli uomini (50) rispetto alle donne (12) a rifugiarsi nell'alcol. Sui 62 totali, 30 hanno, quale titolo di studio, la licenza media e 14 la licenza liceale. A bere di più, sono le persone sposate. Secondo l'ultimo rapporto consultabile «Passi» dell'Asl Salerno, il 44,8% consuma alcol almeno una volta al mese; il 3,7% beve qualcosa prevalentemente fuori pasto; il 3,1% ha un consumo di alcol elevato, ossia più di sessanta unità alcoliche in trenta giorni per gli uomini e più di trenta unità alcoliche in un mese per le donne. Nel periodo 2012-15, la percentuale di consumatori di alcol è risultata del 45%, il consumo fuori pasto del 4% e il consumo abituale elevato del 3%. Ma gli esperti sono convinti che queste cifre siano in netto aumento.
Bere vino, birra o superalcolici è sempre più frequente tra i giovani di età tra i 18 e i 34 anni, con una grande concentrazione di ventenni e poco più. Chi beve maggiormente, anche qui, sono gli uomini con basso livello di istruzione e quelle che non hanno difficoltà economiche. A livello nazionale, nel 2017, l'Istat stima che il 65,4% della popolazione di oltre undici anni ha consumato almeno una bevanda alcolica nell'anno. La percentuale dei consumatori giornalieri di bevande alcoliche è pari al 21,4%. Aumenta, poi, la quota di quanti consumano alcol occasionalmente (dal 38,9 del 2007 al 44% dello scorso anno) e quella di coloro che bevono alcolici fuori dai pasti (dal 25,6% al 29,2). La relazione sugli interventi realizzati in materia di alcol del ministro della Salute, trasmessa nel marzo scorso al Parlamento, mette in luce una riduzione del consumo di vino durante i pasti ma, al tempo stesso, fotografa un progressivo aumento di consumo occasionale di bevande alcoliche al di fuori dei pasti, condizione ancor più dannosa per le patologie e le problematiche correlate. Nel Salernitano, in linea con il trend italiano, diminuiscono i consumatori giornalieri, mentre cresce la quota dei consumatori occasionali. Un altro fenomeno che interessa il territorio di competenza preso in esame dall'Asl Salerno è il «binge drinking», cioè l'assunzione di più bevande alcoliche in un intervallo di tempo più o meno breve. Nei quattro anni presi in esame, il 7% degli intervistati di Salerno e provincia è classificabile come consumatore «binge». Secondo l'Osservatorio Nazionale Alcol dell'Istituto Superiore di Sanità, corrisponde all'assunzione in un'unica occasione di consumo in breve tempo di oltre sei «unità alcoliche» di una qualsiasi bevanda alcolica (un'unità alcolica corrisponde a 12 grammi di alcol puro». Il consumo binge è più frequente tra i giovani dai 18 ai 34 anni e le persone con livello di istruzione basso e quelle senza difficoltà economiche. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino