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Terminare gli studi e non avere le adeguate competenze per trovare un lavoro adeguato alle proprie aspirazioni. Mettersi alle spalle i cinque anni delle superiori e non avere livelli di preparazione quantomeno sufficienti in italiano e matematica. La dispersione implicita adesso fa più paura dell’abbandono anticipato degli studi. Perché i numeri delle interruzioni di frequenza con evasioni stanno calando, stando ai dati recenti dell’Ufficio scolastico regionale. Resta invece la grande “crociata” che la scuola si prefigge per preparare i nostri diplomati alle sfide del domani, offrendo loro le competenze di base in uscita dal ciclo delle superiori. La situazione di partenza, però, non è delle migliori. E la sfida pare tutta in salita.
LO SCENARIO
Dal 2019 ad oggi sono crollate le competenze dei nostri diplomati. Quattro anni fa era il 49,26% dei diplomati a uscire dalle superiori con competenze di base in italiano insufficienti; il 50,18% aveva competenze insufficienti in matematica. Nel 2023 la situazione ha toccato un record negativo secondo un recente dossier comparativo dell’Istituto nazionale Invalsi. Focus sulla provincia di Salerno a tinte fosche. Solo uno studente su tre esce dalla scuola superiore con competenze alfabetiche e matematiche sufficienti, precisamente solo 5.910 studenti su 17.280 ragazzi che si sono diplomati nell’anno 2023. Il 69,15% dei diplomati nell’estate 2023 aveva insufficienze in italiano, mentre il 68,58% aveva competenze di base pessime in matematica.
IL DIVARIO
La situazione stride, sempre nell’ambito delle competenze alfabetiche, con i dati degli standard formativi degli studenti di Milano, quindi del nord Italia. Nel milanese solo uno studente su 3 va sotto la sufficienza nelle rilevazioni Invalsi di italiano: il 35,6% (contro il 69,15% dei salernitani) non raggiunge standard adeguati di competenze. Mentre il 68,58% degli studenti salernitani (11.578) del quinto anno delle superiori non raggiunge competenze sufficienti, a Milano invece solo il 37,8% dei diplomati pecca in matematica. «È chiaro che ci attendiamo a breve termine una riduzione della dispersione scolastica – aveva dichiarato a Salerno nei giorni scorsi il direttore generale dell’Ufficio scolastico campano, Ettore Acerra - Mentre a lungo termine puntiamo ad un miglioramento delle competenze dei ragazzi e quindi di ridurre quella dispersione implicita che rappresenta un fattore molto importante. Vorremmo che i ragazzi col diploma e la qualifica professionale riescano ad acquisire delle competenze spendibili in un futuro migliore». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino