Salerno-Treviso: affare beverage, bibite sotto costo

Trentanove milioni di fatture false, e 44 aziende coinvolte in tutta Italia

Finanzieri a lavoro
C'è anche un'azienda salernitana tra quelle coinvolte nell'operazione  «Italian Drink» del comando provinciale di Treviso che ha permesso...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA FLASH
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

C'è anche un'azienda salernitana tra quelle coinvolte nell'operazione  «Italian Drink» del comando provinciale di Treviso che ha permesso di accertare l'emissione di fatture false per oltre 39 milioni di euro, utilizzate per evadere 7 milioni di euro di Iva nel commercio delle bevande, e di individuare 10 persone, domiciliate tra le province di Treviso, Monza-Brianza, Roma e Salerno, ritenute responsabili, a vario titolo, dei reati di associazione per delinquere, emissione e contabilizzazione di fatture per operazioni soggettivamente inesistenti, omessa dichiarazione. I risultati delle indagini derivano dall'analisi di un vasto quadro probatorio, basato su intercettazioni telefoniche e telematiche, segnalazioni di operazioni sospette di riciclaggio, accertamenti bancari, materiale documentale come appunti, agende, manoscritti, scritture contabili, fatture, e informatico, chat di WhatsApp, Telegram, messaggi di posta elettronica, contenuti audio e video, sequestrato dai finanzieri del Gruppo di Treviso, con il supporto dei Reparti delle Fiamme Gialle competenti per territorio, nel corso di 44 perquisizioni presso le sedi delle aziende coinvolte, in diverse località del territorio nazionale, tra cui Treviso, Padova, Bergamo, Monza-Brianza, Roma, Rieti, Salerno e Genova.

In base al meccanismo fraudolento portato alla luce, le bevande, di provenienza comunitaria: Bulgaria, Germania, Malta, Paesi Bassi, Repubblica Ceca, Romania, Slovacchia, Slovenia, Spagna, venivano solo cartolarmente fatte transitare presso imprese «cartiere», quasi tutte formalmente con sede a Roma, le quali, successivamente, cedevano la merce «sottocosto» alle aziende che avevano originariamente ed effettivamente intrattenuto i rapporti con i fornitori esteri, omettendo però ogni obbligo di dichiarazione e di versamento delle imposte.

Leggi l'articolo completo su
Il Mattino