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«Credo - dice - che sia opportuna una forma di protesta fortissima e progressiva, esponenziale direi, portata avanti dai sindaci dell’Agro, a partire ovviamente da Paolo De Maio e da tutti rappresentanti locali. Quando mettemmo in piedi la Conferenza dei sindaci, si partì proprio dalla crisi della sanità. Coi sindaci ci vorrebbero i consiglieri regionali per fare sotto palazzo Santa Lucia il maggior casino possibile perché la situazione è peggiorata. Bisogna pretendere di essere ascoltati e smettere solo davanti a risposte certe e concrete. Non accettare solo un pannicello caldo sull’edilizia ospedaliera mentre si programma il nuovo mega policlinico a Salerno. È arrivato il momento per tutti, maggioranza, opposizione o terze file, di fare sul serio, purché uniti».
Mentre si è in attesa del Consiglio comunale monotematico sulla sanità territoriale, annunciato dal consigliere di opposizione Giovanni D’Alessandro, arrivano anche le dichiarazioni di un altro esponente della minoranza, Tonia Lanzetta che già nel giugno del 2021 alzava il velo su un’emergenza che, ancora oggi, evidenzia gravissimi ritardi. «La sanità - precisa Lanzetta - è un argomento serio e va affrontato nella sua complessità. Aspettiamo ancora le promesse vendute come certezze, aspettiamo ancora la vera unità dell’Agro nocerino sarnese, non la voglia di visibilità temporanea come le cariche ricoperte. Aspettiamo ancora risposte alla più grande emergenza di un territorio di 500mila residenti e oltre 1 milione e mezzo di accessi a questa nostra sgangherata sanità pubblica».
Poi invoca «la verità», ribadendo che a Nocera ci vogliono «azioni concrete e di liberi costruttori di un’idea diversa». Intanto il segretario del sindacato nazionale Area Radiologica, Bruno Accarino, lancia un nuovo allarme sul riparto nazionale dei fondi del Servizio sanitario che definisce «scandaloso». «Se fosse più omogeneo - denuncia - alla Campania andrebbero circa 500 milioni di euro in più ogni anno, in dieci anni fanno cinque miliardi.
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Il Mattino