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«Chiedo giustizia per il mio bambino e per quanti come lui devono subire maltrattamenti fisici e psicologici. So esattamente cosa significa essere vittima di bullismo. Alle scuole primarie - spiega la mamma del ragazzino - sono stata tormentata dai miei compagni per i miei chili di troppo. Mi tagliavano i capelli, attaccavano il chewing gum sul grembiule e mi chiamavano vacca . La famiglia non mi credeva e la scuola non mi aiutava. Per salvarmi mi sono ritirata dagli studi e a 16 anni ho chiesto ai miei genitori di autorizzare l'intervento chirurgico per dimagrire, altrimenti mi sarei uccisa. Lo avrei fatto, se non me l'avessero consentito. Da allora ho dichiarato battaglia al bullismo. Per questo motivo non farò nessun passo indietro rispetto alla denuncia. Devono essere accertati i fatti».
Ad agevolare l'indagine è il video girato durante l'episodio incriminato.
La storia è venuta fuori il 7 febbraio: giornata nazionale contro il bullismo, a scuola. Al termine di un momento di riflessione organizzato dall'istituto che frequenta il minorenne, un'amichetta, alla quale il ragazzino aveva raccontato l'episodio, ha segnalato il caso ad una professoressa. Subito è stata informata la dirigente scolastica che ha informato i genitori che, a loro volta, sono andati a denunciare ai carabinieri. «Ringrazio quel ragazzo che ha ripreso la punizione a cui è stato sottoposto mio figlio, altrimenti non avremmo avuto nulla di concreto su cui basare la denuncia. Peccato che ai miei tempi non avevo un cellulare per immortalare il male che subivo. Mi avrebbe aiutato a farlo comprendere alla famiglia e alla scuola. Stop al bullismo. Dobbiamo imporcelo tutti. Bulli e vittime sono giovani fragili. Vanno aiutati». Pare che da due mesi il ragazzino subisse minacce e aggressioni psicologiche.
Il Mattino