Sigilli «in ritardo» ad un capannone per irregolarità: assolti due vigili urbani

Sigilli «in ritardo» ad un capannone per irregolarità: assolti due vigili urbani
 Sono stati assolti perché il fatto non sussiste i vigili urbani Angelo Lanzetta, allora in servizio quale comandante della polizia locale, e il tenente Michele...

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 Sono stati assolti perché il fatto non sussiste i vigili urbani Angelo Lanzetta, allora in servizio quale comandante della polizia locale, e il tenente Michele Ambrosio: i due rispondevano di omissione di atti d’ufficio per non aver eseguito un’ordinanza di chiusura emessa dal Tar per sversamento delle acque reflue ai danni di una ditta. Il processo era scaturito dalla denuncia inizialmente presentata dai vicini della ditta, titolare di un'altra fabbrica, che avevano già fatto ricorso al tribunale amministrativo per degli scarichi non autorizzati. Da quell’avvio, il procedimento penale a carico dei due imputati, ai vertici del comando dei vigili di San Valentino Torio

Gli episodi si riferiscono al 25 settembre 2014, data dell’episodio, con i due accusati in concorso di omissione di atti di ufficio. I due, difesi di fiducia dagli avvocati Cosimo Vastola e Stanislao Sessa, finirono al centro dell’attività investigativa seguita alle denunce, con il lavoro di ricostruzione dell’episodio a cura dei carabinieri della stazione locale. L’inchiesta fu seguita dalla procura di Nocera Inferiore: secondo le imputazioni Il comandante e il tenente ricevettero il 25 settembre 2014 l’ordine del Suap di procedere ‘ad horas’ alla chiusura dell’attività che commercializzava prodotti ortofrutticoli, in conseguenza di un contenzioso perso dinanzi al Tar. Il Comune contestava all’impresa l’assenza di autorizzazione allo scarico delle acque reflue in un canale di scolo che aveva come destinazione finale il fiume Sarno. Dalle imputazioni, i due imputati rifiutarono di ottemperare all’ordine di chiusura e solo sei giorni dopo si recarono presso la sede della società, mettendo i sigilli solo a un locale dove veniva svolta l’attività di ortaggi e verdura, senza provvedere alla chiusura dell’intera attività. Al termine del processo di primo grado celebrato davanti ai giudici della sezione collegiale del tribunale di Nocera Inferiore i due sono stati assolti «perché il fatto non sussiste», con motivazioni attese entro novanta giorni.

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Il Mattino