Falsi permessi di soggiorno e residenze ad extracomunitari: partirà tra pochi giorni, il 17 gennaio dinanzi al III collegio, il processo che vede quattro persone sedere al...
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La documentazione utile alla permanenza sul territorio italiano e dell’Unione europea veniva prodotta per permettere ai tre di intascare i soldi per le pratiche Asl e per quelle del Comune. I tre si sarebbero aiutati tra di loro, con un accesso al sistema informatico che generava guadagni dai 150 ai 200 euro ad extracomunitario, i quali versavano ignari di tutto gli oneri comunali per avere le false certificazioni di abitabilità, con un’intestazione formale dell’ufficio tecnico del comune e del servizio di igiene dell’Asl. Ma gli edifici, nella realtà, erano fatiscenti e non abitabili. I soggetti in questione provenivano in gran parte da Marocco e dall’Algeria. Sarebbe stato il figlio della dipendente, indirizzato dalla madre, ad aver coordinato e organizzato il giro. L’inchiesta, ribattezzata «Easy residence», fu oggetto anche di un approfondimento dell’Antimafia, sezione anti terrorismo, a causa della presenza irregolare di diversi cittadini extracomunitari provenienti da paesi africani. Il fascicolo è ora tornato al tribunale di Nocera Inferiore, a pochi giorni dall'apertura del dibattimento. Alcune delle posizioni riguardanti cittadini magrebini furono stralciate, constatata la loro irreperibilità. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino