Aveva la voce rotta dalla commozione Roberta, la ragazza aggredita sabato mattina davanti alla scuola che frequenta - l’Alfano I di Salerno - da un gruppetto di militanti...
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«Sono ancora molto provata da quello che è accaduto - esordisce - tengo alla mia scuola e a tutti i miei compagni. Quello che ho fatto non ha né colore, né bandiera. Avrei dovuto chiamare le forze dell’ordine e non intervenire ma non sono riuscita a non lasciarmi coinvolgere quando, leggendo il volantino che distribuivano, gli ho sentito pronunciare frasi xenofobe e razziste. Poi hanno fatto il saluto fascista e, per me che sono cresciuta in una famiglia con quattro donne e che ha sempre promosso la libertà e l’autodeterminazione, è stato troppo. La nostra è una scuola dove si praticano la tolleranza e l’accoglienza. Non potevo accettare che venissero a fare volantinaggio e propaganda politica di estrema destra proprio davanti al nostro istituto. Non so se denuncerò, sul momento ero molto spaventata e lo sono ancora. Non conosco i nomi degli aggressori ma con loro c’era una ragazza. Per il momento non ho deciso ma ho comunque 90 giorni per pensarci». Sostenuta da un lungo applauso dei compagni di scuola, Roberta è andata avanti con il racconto, ripercorrendo i fatti di sabato mattina e ribadendo la sua versione dei fatti. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino