«È stato un incubo. Non vedevo l’ora che finisse tutto, volevo solo che anche loro finissero di torturarmi». Con determinazione, ma non senza momenti di...
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Poche ore dopo quella terribile esperienza è giustamente ancora scossa ma circondata dall’affetto dei suoi tanti amici salernitani, lei che di Salerno non è originaria. Parla poco di quella terribile esperienza che l’ha segnata nell’anima, porta dentro il dolore e la rabbia con grande dignità. Quell’incubo vissuto e quegli interminabili minuti di violenza le sono ancora dentro ma lei continua a sforzarsi ad andare avanti, ridere e non pensare. Il giorno dopo aver subito una violenza preferisce andare avanti e provare a dimenticare.
Tutti i suoi amici sapevano che da giorni la ragazza soffriva di insonnia, agitata e preoccupata per il concorso che doveva sostenere e che l’avrebbe portata, alla sua età, a conquistare uno step successivo nella sua crescita professionale. Un concorso interno all’azienda per la quale lavora e che avrebbe dovuto sostenere ieri ma, dopo la tragedia che le è accaduta, non si è presentata in aula per la prova. Per il momento è in malattia, sperando di riprendersi dallo choc della violenza subita.
Soffriva di insonnia per quell’importante appuntamento di lavoro che avrebbe dovuto avere ieri e per questo aveva deciso di fare una passeggiata e aveva scelto un posto che poteva infonderle serenità, il mare. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino