Stupro di Santa Teresa, la vittima: «Speravo solo finisse presto»

Stupro di Santa Teresa, la vittima: «Speravo solo finisse presto»
«È stato un incubo. Non vedevo l’ora che finisse tutto, volevo solo che anche loro finissero di torturarmi». Con determinazione, ma non senza momenti di...

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«È stato un incubo. Non vedevo l’ora che finisse tutto, volevo solo che anche loro finissero di torturarmi». Con determinazione, ma non senza momenti di grande commozione, la giovane macchinista di treni violentata l’altra sera sulla spiaggia di Santa Teresa ha raccontato ai carabinieri della compagnia Salerno (agli ordini del maggiore Gennaro Iervolino e del tenente Bartolo Taglietti) la sua disavventura.


Poche ore dopo quella terribile esperienza è giustamente ancora scossa ma circondata dall’affetto dei suoi tanti amici salernitani, lei che di Salerno non è originaria. Parla poco di quella terribile esperienza che l’ha segnata nell’anima, porta dentro il dolore e la rabbia con grande dignità. Quell’incubo vissuto e quegli interminabili minuti di violenza le sono ancora dentro ma lei continua a sforzarsi ad andare avanti, ridere e non pensare. Il giorno dopo aver subito una violenza preferisce andare avanti e provare a dimenticare.

Tutti i suoi amici sapevano che da giorni la ragazza soffriva di insonnia, agitata e preoccupata per il concorso che doveva sostenere e che l’avrebbe portata, alla sua età, a conquistare uno step successivo nella sua crescita professionale. Un concorso interno all’azienda per la quale lavora e che avrebbe dovuto sostenere ieri ma, dopo la tragedia che le è accaduta, non si è presentata in aula per la prova. Per il momento è in malattia, sperando di riprendersi dallo choc della violenza subita.

Soffriva di insonnia per quell’importante appuntamento di lavoro che avrebbe dovuto avere ieri e per questo aveva deciso di fare una passeggiata e aveva scelto un posto che poteva infonderle serenità, il mare. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino