Pochi giudici al Tribunale di Vallo, il presidente Anm: «Ci vado io»

Pochi giudici al Tribunale di Vallo, il presidente Anm: «Ci vado io»
«In qualità di presidente dell’Associazione nazionale magistrati di Salerno, ho deciso di dare il buon esempio di solidarietà distrettuale ai colleghi di...

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«In qualità di presidente dell’Associazione nazionale magistrati di Salerno, ho deciso di dare il buon esempio di solidarietà distrettuale ai colleghi di Vallo della Lucania e così offro la mia piena disponibilità ad essere aggregato presso l’ufficio gip-gup del tribunale cilentano. Io sono già pronto ad andare». Piero Indinnimeo non ha dubbi sulla sua proposta. Anche se questo comporterà, per lui, un aggravio sul carico di lavoro, ricoprendo lo stesso ruolo già a Salerno. E ieri mattina, assieme alle colleghe di giunta, Tiziana Santoriello e Carla De Filippo, è andato dalla presidente della Corte d’Appello, Iside Russo, per esporre il risultato della loro trasferta vallese e chiedere (almeno) un magistrato per l’ufficio gup ed uno per la sezione civile. 


«Lo stato nel quale versano gli uffici giudiziari di Vallo è una emergenza alla quale è necessario fare fronte da subito indipendentemente dalla definizione (peraltro incerta) della procedura di assegnazione di 4 magistrati prevista dal Csm previa individuazione di vallo della Lucania quale sede disagiata», si legge in una nota dell’Anm. E continua: «Al settore penale è presente un unico gip che è incompatibile a trattare i procedimenti per i quali il pm esercita l’azione penale con richiesta di rinvio a giudizio o con giudizio immediato (e relativa richiesta di riti alternativi) avendo svolto la funzione di giudice per le indagini preliminari. Ciò comporta la costante applicazione al gup, con insopportabile carico di lavoro di entrambi gli unici giudici del dibattimento che a loro volta si rendono incompatibili alla trattazione di quei procedimenti con cristallina impossibilita del funzionamento del settore».


Quindi: «Ciò senza obliterare che a tali incompatibilità si fa fronte con l’applicazione al collegio penale di un giudice del settore civile peraltro rimasto con un altro collega su ben 6 ruoli di cui uno specializzato in esecuzioni e fallimento e altri 5 da oltre 1500 procedimenti ciascuno. Al settore civile può parlarsi di sostanziale paralisi attesa la presenza di giudice effettivo e di un altro applicato su ben 6 ruoli con conseguente impossibilità in concreto di garantire una dignitosa definizione della domanda di giustizia. È necessario intervenire». Di qui l’auspicio «che al più presto nell’ottica di una effettiva e concreta solidarietà distrettuale possano essere attivati gli opportuni strumenti che consentano di alleviare detta situazione emergenziale soprattutto nell’interesse della intera comunità cilentana». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino