Finisce in Parlamento il caso di Pierluigi Siano, il professore associato presso il dipartimento di Ingegneria industriale dell’Università degli Studi di Salerno...
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«Le riforme universitarie che destra e sinistra si divertono a scimmiottare da decenni, senza risolvere il problema delle baronie, penalizzano il futuro dei nostri giovani - afferma Cammarano - Qualche giorno fa, un report del Senato sull'efficacia delle riforme universitarie ne decretava il fallimento proprio sotto l'aspetto dei favoritismi e della mancanza di meritocrazia». Da qui la richiesta del consigliere pentastellato «di verificare se quanto avvenuto e denunciato a Salerno, in relazione ad anomalie nel concorso e nelle procedure di valutazione della Commissione esaminatrice, sia la normale prassi di reclutamento del personale docente», nonché «di intervenire immediatamente affinché gli atenei si attengano alle leggi ma soprattutto al rispetto del merito e del valore dei candidati. Lo chiedono i nostri studenti - conclude Cammarano - e la reputazione delle nostre università».
La storia inizia quando il docente spulcia i criteri stabiliti dalla commissione e si accorge che sembrano ricalcare il profilo di uno dei candidati. Dopo aver inviato invano al rettore Aurelio Tommasetti un atto di significazione per contestare i criteri adottati dalla commissione e chiedere l'attivazione di procedure per eliminare le difformità, Siano, assistito dagli avvocati Roberto De Masi e Giovanni Battista Vignola, consegna un esposto alla Procura della Repubblica di Nocera Inferiore. Da lì le cose iniziano a prendere una piega inaspettata: a sorpresa arrivano le dimissioni da parte del presidente della commissione che, stano alla motivazione riportata nel decreto con cui il rettore le ha accolte, il presidente si sarebbe dimesso perché «l’apertura dei plichi contenenti la documentazione prodotta dai candidati ha fatto emergere nella maggior parte dei candidati la presenza di pubblicazioni di cui lo stesso risulta coautore e in particolare un candidato ha prodotto 12 pubblicazioni da valutare, tutte in collaborazione con il presidente». Un conflitto d’interessi, insomma, che per il professore Siano poteva e doveva essere preso in considerazione molto prima.
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Il Mattino