Abusata in strada a Scafati, disposto il riconoscimento dell'assalitore in aula

Il collego giudicante ritiene necessario effettuare una nuova ricognizione dell’imputato, che sarà presente a giugno in aula, insieme ad altre quattro persone simili a lui

Una donna vittima di violenza
Avrebbe tentato di violentare una ragazza in strada, a Scafati, la vittima dovrà ora riconoscere nuovamente l’imputato. E lo dovrà fare direttamente in aula....

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Avrebbe tentato di violentare una ragazza in strada, a Scafati, la vittima dovrà ora riconoscere nuovamente l’imputato. E lo dovrà fare direttamente in aula. Lo ha deciso il tribunale di Nocera Inferiore, giorni fa. Il collego giudicante ha ritenuto necessario effettuare una nuova ricognizione dell’imputato, che sarà presente a giugno in aula, insieme ad altre quattro persone, aventi età, costituzione fisica e fattezze analoghe, oltre all’abbigliamento indossato all’epoca dei fatti. L’episodio risale al 2 luglio 2018, a Scafati. L’unico imputato, un 40enne, risponde di violenza sessuale.

Stando alla denuncia della giovane - 22enne all’epoca dei fatti - l’uomo, che lavorava per un’azienda di trasporti e spedizione, fermò la prima in strada con la scusa di chiedere delle informazioni stradali. Dopo essere sceso da un furgone, l’avrebbe poi aggredita, spingendola contro un muro e impedendole ogni movimento per qualche secondo. A quel punto l’avrebbe baciata sul collo e le labbra, infilandole una mano negli slip. La vittima, dopo una manciata di minuti, riuscì a staccarsi dalla morsa dell’aggressore, anche tirando gomitate, quindi ad allontanarsi velocemente. Infine, prese contatti con i carabinieri, sotto choc e in lacrime, per denunciare quanto subito.

La ragazza fornì una descrizione del furgone oltre all’aspetto fisico dell’uomo, con i dettagli degli abiti che indossava. L’imputato fu riconosciuto attraverso delle fotografie. La ragazza è seguita dal legale Roberto Acanfora. Nelle ultime udienze, il tribunale aveva registrato - dalla testimonianza dei carabinieri - la presenza di un unico furgone quel giorno, a Scafati, con il logo di un’azienda. Così come confermato poi dal responsabile della ditta. L’imputato, dipendente della stessa, aveva invece negato con forza di aver aggredito la giovane. Spiegando, anzi, che la ragazza si era certamente confusa. L’uomo aveva confermato di lavorare per quell’azienda e di essere stato sul posto, al giorno e all’ora indicata, negando però di aver mai incrociato la vittima. Allo stato attuale, il tribunale vuole concludere l’istruttoria effettuando un ultimo riconoscimento, per poi emettere sentenza oltre ogni ragionevole dubbio. A giugno l’imputato sarà presente in aula, insieme ad altre quattro persone, che dovranno avere - così come richiesto dal collegio - età e caratteristiche fisiche simili, per poi indossare lo stesso abbigliamento che il 40enne aveva quel giorno, mentre era impegnato a lavoro con il suo furgone. Starà alla ragazza, poi, riconoscerlo. L’ultimo step dal quale, certamente, deriverà l’esito del processo che porterà alla sentenza di primo grado, dopo le discussioni dell’accusa e della difesa.

 

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Il Mattino