OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Pochi mesi per tornare alla normalità. E' quanto prevede il microbiologo di Padova, Andrea Crisanti. «Un ritorno alla normalità per fine agosto è finalmente una previsione realistica» ma è «irrealistico pensare di eliminare» il Sars-cov-2. ha detto Crisanti, intervenendo alla trasmissione Agorà su Rai 3, sottolineando che «ormai siamo entrati nella giostra evolutiva del virus, possiamo solo cercare di inseguirlo come è stato fatto con quello dell'influenza».
«Per fine agosto inizio settembre - ha precisato - saremo vicino all'immunità di gregge, che non significherà trasmissione bloccata ma che possono essere eliminate alcune restrizioni tenendo l'indice di trasmissione basso». Finora, ha sottolineato l'esperto, «siamo riusciti a eliminare un solo patogeno, il vaiolo, e siamo vicini a farlo con la polio ma ci sono voluti decenni e decenni di vaccinazioni. Non è realistico pensare di poter eliminare questo virus, possiamo solo pensare di controllarlo abbattendo la letalità e mantenendo la sorveglianza delle varianti».
Covid, allarme contagi dai visoni. L'Ue: «Alzare la sorveglianza, cresce rischio infezioni»
Mentre un calo importante dei decessi, ha precisato, «arriverà quando avremo vaccinato l'85-90% degli over 65enni e avremo raggiunto un equilibrio di accettabilità sociale della malattia».
Covid, disabile morto in ospedale a Napoli: la denuncia ai carabinieri
Per quanto riguarda chi ha già contratto il virus Crisanti ha confermato che «la quantità di anticorpi non necessariamente predice quanto una persona è protetta, si può essere protetti anche in caso di anticorpi relativamente bassi». Crisanti ha commentato i nuovi risultati dello studio condotto dall'Università di Padova e dall'Imperial College di Londra, da cui emerge come gli anticorpi prodotti dal Coronavirus restino nell'organismo di chi è stato positivo dai 9 ai 10 mesi. «A Vò - ha precisato il microbiologo dell'Università di Padova - le persone si sono infettate solo fino all'ultima settimana di febbraio e poi successivamente nella seconda ondata. Chi aveva anticorpi a maggio si era quindi infettato a febbraio e queste persone le abbiamo ritestate a novembre dimostrando che gli anticorpi persistono con attività neutralizzante. E abbiamo osservato una cosa molto interessante, ovvero che nelle persone che erano state infettate e poi sono esposte di nuovo al virus perché hanno avuto contatti stretti con infetti, ad esempio vivendo nella stessa casa, sono successe due cose: primo, non hanno sviluppato sintomatologia e poi hanno avuto un aumento della produzione di anticorpi, questo significa che il sistema immunitario è stato stimolato e a ha reagito in maniera positiva». Anche in caso di anticorpi formalmente bassi, quindi, ha confermato Crisanti, c'è una memoria immunitaria che si riattiva quando il soggetto guarito torna a contatto col virus, come un esercito nascosto che si riattiva in caso di necessità: «questo è vero - ha concluso - anzi alcune persone che erano state esposte e non si sono riammalate avevano anticorpi ma non con titoli elevatissimi».
Leggi l'articolo completo su
Il Mattino