Covid, allarme reni: «In pazienti sani compromissione nel 50% dei casi gravi»

Covid, l'allarme reni: «In pazienti sani compromissione nel 50% dei casi»
Il Covid può compromettere i reni, anche in pazienti completamente sani. L'allarme l'ha lanciato Piergiorgio Messa, presidente della Società italiana di...

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Il Covid può compromettere i reni, anche in pazienti completamente sani. L'allarme l'ha lanciato Piergiorgio Messa, presidente della Società italiana di nefrologia (Sin), che è intervenuto in un incontro Zoom-Covid dedicato al coinvolgimento dei reni: «La quotidiana informazione che sul Covid-19 porta in tv esperti e non esperti ha completamente dimenticato il problema renale - ha detto ai giornalisti dell'Unamsi, l'Unione nazionale medico scientifica di informazione -. Nonostante un Covid severo, in un paziente completamente sano può determinare una compromissione renale anche nel 50% dei casi».

In particolare, Messa ha precisato che «in quei pochi studi che sono stati fatti si è visto che, in chi già aveva una qualche alterazione renale prima dell'infezione, c'è stato un peggioramento della funzione renale in una percentuale abbastanza importante che va dal 20 al 30% dei casi. Ma, cosa ancora più rilevante, che anche in chi non aveva alcuna malattia renale il Covid ha creato modeste ma sensibili alterazioni anche in un 10-15% dei casi».

L'allarme vaccini

Secondo il nefrologo «se invece parliamo di Covid leggero, nel paziente in partenza senza danni renali, anche nel 10-15% dei casi può dare alterazioni renali, magari lievi, che però non sappiamo come evolveranno. Invece, nel paziente con malattia renale cronica nelle fasi iniziali, nel 20-30% dà un peggioramento. E nel paziente con malattia renale in fase molto avanzata, in dialisi o con trapianto di rene, dà con grandissima percentuale un interessamento che alla fine si rivela letale».

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In queste condizioni i pazienti in dialisi o trapiantati «dovrebbero essere vaccinati in maniera prioritaria» secondo Messa, che però denuncia che «finora, a tre mesi dall'inizio della campagna vaccinale, si stima che solo il 30% dei pazienti in dialisi sia già stato vaccinato». Il professore si riferisce proprio a uno studio nazionale appena avviato dalla Sin su pazienti in dialisi (campione rappresentativo della realtà italiana) a cui stanno contribuendo 120 dei circa 600 Centri italiani.

 

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Il Mattino