«Quattro o cinque tazzine di caffè al giorno, anche decaffeinato, riducono la mortalità cardiovascolare in follow up che vanno da 10 a 18 anni. A lungo...
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«Il chicco di caffè - spiega Marra - è la sostanza con più antiossidanti esistente in natura». Quest'anno, il meeting è incentrato sulla prevenzione. «Certamente possiamo affermare che negli ultimi vent'anni abbiamo a disposizione nuovi farmaci, nuove tecniche chirurgiche, che indubbiamente hanno ridotto la mortalità, ma per tre quarti il merito è della prevenzione - spiega Marra - ed è principalmente su questo fattore che noi medici dobbiamo impegnarci». Ma oltre alla coscienza dei fattori di rischio, altro punto determinante è la conoscenza di ciò che fa bene alla salute del nostro cuore e dell'organismo in generale. In questo senso la novità più interessante, e per molti versi inaspettata, è costituita dal caffè.
«Esistono dati - rimarca Marra - su oltre 10mila individui che rivelano che chi assume caffè, su lungo periodo, ha meno ansia, dorme meglio, non ha la pressione più alta rispetto a chi non lo beve. Uno studio francese che ha analizzato oltre 200mila persone, su un periodo di 8-10 anni, riferisce dati positivi sulla mortalità. I dati piemontesi confermano che chi beve caffè ha un umore migliore, meno ansia, riposa meglio, non ha pressione o colesterolo più alti».
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Il Mattino