Medicina di genere, per lui centri ad hoc con urologi ed oncologi

Medicina di genere, per lui centri ad hoc con urologi ed oncologi
Continuano a crescere, negli ospedali italiani, i centri (per esattezza si chiamano Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale) dedicati solo a lui. Si chiude il vecchio...

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Continuano a crescere, negli ospedali italiani, i centri (per esattezza si chiamano Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale) dedicati solo a lui. Si chiude il vecchio ambulatorio, si apre un punto diagnostico nel quale un team multidisciplinare, urologo, oncologo, oncologo radioterapista e in alcuni anche l’andrologo, si occupano del paziente. Dalla diagnosi, al primo posto il tumore della prostata, al trattamento alle visite dopo le terapie. Parliamo di centri quasi sovrapponibili a quelli già da anni dedicati a lei, al tumore al seno. L’ultimo nato è al San Giovanni Addolorata di Roma, certificato secondo standard di qualità internazionale. Una rivoluzione all’interno del servizio sanitario: non più file davanti ad una porta o un’altra ma un unico riferimento dove essere accolti, ascoltati, curati.

Un progetto, come quello all’ospedale Sant’Andrea di Roma (qui vengono seguiti pazienti con cancro della prostata, vescica, rene, testicolo) e in un’altra quindicina di città, che riorganizza, con il sostegno incondizionato di Astellas, il modo con il quale si organizza l’assistenza a questi pazienti. «Vediamo almeno seicento nuovi casi di tumore prostatico all’anno - spiega Gianluca D’Elia, Direttore Urologia Dipartimento Chirurgia del San Giovanni Addolorata di Roma - di questi circa la metà riceve un trattamento chirurgico che si avvale della robotica più avanzata e poco invasiva. Nel Percorso sono coinvolti urologi, oncologi, radioterapisti e importanti figure infermieristiche. L’urologo si fa carico della parte diagnostica e chirurgica attraverso scelte sempre condivise con la squadra multidisciplinare».

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Il Mattino