Tumore al seno, scoperta la proteina che protegge il cuore delle donne dai danni della chemioterapia

Una proteina circolante nel sangue può prevenire l'insufficienza cardiaca associata ad alcuni farmaci contro il tumore del seno

Tumore al seno, scoperta la proteina che protegge il cuore delle donne dai danni della chemioterapia
Una proteina circolante nel sangue può prevenire l'insufficienza cardiaca associata ad alcuni farmaci contro il tumore del seno e, allo stesso tempo, individuare chi...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA FLASH
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

Una proteina circolante nel sangue può prevenire l'insufficienza cardiaca associata ad alcuni farmaci contro il tumore del seno e, allo stesso tempo, individuare chi potrebbe andare incontro a questo tipo di problema. A mostrarlo sono tre studi pubblicati sulla rivista "Science Advances", condotti al Beth Israel Deaconess Medical Center di Boston, negli Usa. Le antracicline, come la doxorubicina, sono tra i chemioterapici più usati contro il carcinoma alla mammella perché uccidono le cellule tumorali ma causano anche effetti tossici nel cuore e possono portare a insufficienza cardiaca. Attualmente non si possono prevedere quali pazienti sono a rischio per questo danno cardiaco e neppure rilevarlo nelle sue prime fasi. Il team ha studiato 30 donne con diagnosi di tumore al seno in terapia con antracicline, con questionari, campioni di sangue ed ecocardiogrammi.

 

Tumore del fegato, l'esame del colesterolo per individuarlo fino a 5 anni prima: la scoperta in uno studio

 

La ricerca

A tre mesi dall'inizio del trattamento, si è osservato un declino della funzione cardiaca in tutte le partecipanti, con 6 pazienti che hanno sviluppato insufficienza cardiaca entro un anno. Durante questo periodo, i ricercatori hanno monitorato 1.317 proteine circolanti nel plasma: in particolare l'aumento di emopexina era fortemente associato alla tossicità cardiaca precoce. Un secondo studio su 31 donne ha prodotto risultati quasi identici. Sulla base di questi risultati, hanno utilizzato un modello murino che rispecchiava da vicino i problemi cardiaci delle pazienti trattate con doxorubicina e scoperto che la somministrazione di emopexina preveniva disfunzioni cardiache. Questi risultati indicano che il corpo produce la proteina emopexina come misura protettiva contro la tossicità cardiaca indotta da chemio e «i medici potrebbero in futuro utilizzare questo biomarcatore per monitorare le pazienti in terapie con antracicline per individuare anomalie del cuore con un semplice esame del sangue». Ma i risultati, spiega l'autore principale, il cardiologo Aarti Asnani, «potranno servire come base per sviluppare l'emopexina come terapia protettiva per i pazienti a rischio di tossicità cardiaca correlata alla chemio».

 

 

Leggi l'articolo completo su
Il Mattino