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La Campania è sempre più ai vertici, nel firmamento dell’alta ristorazione dove la cucina raffinata e di alta qualità si fonde al grande patrimonio agroalimentare, alla competenza e alla creatività del «savoir faire» campano, non a caso è tra le regioni con il maggior numero di ristoranti stellati in Italia. Ma non solo, a caratterizzare il successo di chef, ristoratori e operatori del settore di questa regione è qualcosa di più profondo, si tratta del valore della cifra umana, fatta di legami sinceri, con le origini così come le persone, e un sacrale rispetto della famiglia. Il premio «Miglior Servizio di Sala» nell’ambito della Guida Ristoranti d’Italia 2023 – Gambero Rosso ne è un esempio.
Durante la premiazione, in primo piano appunto la Campania, al centro l’eccellenza in tutte le sue forme, ma soprattutto la forza dei rapporti genuini consolidati nel tempo. A consegnare il premio Maria Vittoria Casolaro e Vittorio Casolaro, della «Casolaro Hotellerie» realtà storica napoletana e riferimento del settore Horeca, i premiati due colonne portanti della gastronomia italiana, anch’essi campani: Livia Iaccarino del Don Alfonso 1890, una delle più grandi donne di sala italiane, e Villa Crespi (Orta San Giulio), il ristorante di Antonino Cannavacciuolo, tra gli chef più talentuosi e amati. Un momento bello ed emozionante in cui è stata ricordata la storica amicizia tra le famiglie Iaccarino e Casolaro che va avanti da oltre 50 anni, e dove lo chef Cannavacciuolo ha raccontato della sua prima fornitura da Casolaro, quando aprì il ristorante Villa Crespi.
«È bellissimo ricevere riconoscimenti dopo una vita dedicata alla sala - afferma Livia Iaccarino - sto in sala da 49 anni e non sono stanca e questo è molto bello perché amo quello che faccio - Vittoria (Maria Vittoria - ndr) la conosco da quando aveva 4 anni, le nostre famiglie sono legate da una storia antica che parte dall’amicizia con i suoi genitori». Anche lo chef Antonino Cannavacciuolo commenta il premio: «Questo momento mi sembra un libro scritto. Il Don Alfonso è stato il mio primo ristorante stellato nel 1996, mentre Casolaro Hotellerie mi ha permesso di arredare la cucina di Villa Crespi al momento dell’apertura. E - aggiung e- Stare oggi tra Casolaro e Livia Iaccarino è quasi come chiudere un cerchio.» Una vittoria tutta campana, che conferma il valore dell’alta cucina regionale.
Il Mattino