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Il Faro di Capo d’Orso in Costa d’Amalfi inaugura la stagione 2022 con un nuovo progetto di fine dining che porta la firma di Andrea Aprea. Un’operazione di co-branding, ma soprattutto un sodalizio d’intenti tra lo storico ristorante della famiglia Ferrara e lo chef Andrea Aprea, due stelle Michelin, che da un anno ha iniziato il proprio nuovo percorso imprenditoriale.
Il nuovo Faro di Capo d’Orso Andrea Aprea aprirà venerdì 8 aprile: il fascino di un luogo unico e di rara bellezza e la cucina contemporanea dello chef Aprea s’incontrano per definire una nuova esperienza che toccherà tutti i sensi. Incastonato tra le falesie della Costa d’Amalfi, quasi a precipizio sul mare e immerso nel folto della macchia mediterranea, il Faro di Capo d’Orso è un luogo poetico che incanta lo sguardo ad ogni ora del giorno. La vista si spalanca sulla divina costiera, Amalfi e Positano con Li Galli e, sulla linea dell’orizzonte, l’isola di Capri. Tutt’intorno il verde intenso di lecci e carrubi. È qui, in una sala di soli 20 coperti, davanti ad un panorama mozzafiato, che Andrea Aprea porta il suo concept di cucina contemporanea fatto di gusto e rigore, sguardo e consistenza, memoria e ricerca, olfatto e sapore.
«Tornare in costiera è per me un’emozione difficile da esprimere in parole.
Nella famiglia Ferrara ho trovato persone animate dai miei stessi valori, condividendo con loro l’idea di raccontare al pubblico qualcosa di antico e di nuovo al contempo. Abbiamo scelto di affidare a Salvatore Pacifico la guida della cucina: per sviluppare assieme a lui un inedito percorso di influenze tra materia e sapore, sotto questo cielo ineguagliabile», dichiara lo chef Aprea che è prossimo ad aprire il suo nuovo ristorante Andrea Aprea a Milano all’ultimo piano della fondazione Luigi Rovati.
Andrea Aprea ha scelto dunque Salvatore Pacifico per guidare la cucina de Il Faro di Capo d’Orso e condividere la propria visione gastronomica. Insieme hanno elaborato la proposta del ristorante che si esprime in una carta e tre percorsi di degustazione: tradizione in progresso, sapori d'amare e contemporaneità. Molte sono le proposte assolutamente inedite accanto ad alcuni piatti iconici di Andrea Aprea come il “tortello con ricotta dei Monti Lattari e doppia concentrazione di ragù napoletano” o il “risotto al limone”, piatti che stigmatizzano i valori di fondo su cui Aprea ha costruito negli anni la propria ricerca di cucina.
La gestione del ristorante è curata dalla famiglia Ferrara, da Pio e suo figlio Bonaventura, Bonny, 28 anni e quarta generazione. Miglior sommelier under 30 e miglior servizio di sala 2019 per il Gambero Rosso e maître dell’anno 2020, Bonny cura la sala e la cantina de Il Faro di Capo d’Orso che ad oggi contempla circa 1700 etichette tra vini nazionali e internazionali, una selezione importate di Champagne, bottiglie rare e annate storiche, ma anche produzioni di estrema qualità di piccole realtà vitivinicole.
Lo spazio
Tra Cetara e Maiori, lungo la celebre Costiera Amalfitana, in uno dei tornanti più mozzafiato, Il Faro di Capo d’Orso è annidato nella roccia a picco sul mare. La sala appare come una scatola di vetro conficcata nella roccia e spalancata sul blu intenso del mare. Intorno la vegetazione folta e selvatica della costa: lecci, cespugli di mirto e lentisco, erica e rosmarino, ed ancora arbusti di ginepro. Le grandi vetrate a tutt’altezza incorniciano un paesaggio di rara bellezza che, col passare delle ore, cambia luce e colori: non sono finestre ma diaframmi sottili tra il dentro e il fuori, tra la cucina e il paesaggio circostante. Pochi materiali definiscono lo spazio: vetro, pietra viva e un pavimento di maioliche blu dipinte a mano della vicina Vietri. Solo 20 coperti e cucina a vista.
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