Monte di Procida, bollicine da metodo ancestrale sul cratere di Torregaveta

Zizzinella è l’ultimo vino nato a Lavinum wine resort, un vino frizzante metodo ancestrale, dall’idea del produttore Michele Scotto Lavina

Vino Zizzinella
Zizzinella è l’ultimo vino nato a Lavinum wine resort, un vino frizzante metodo ancestrale, dall’idea del produttore Michele Scotto Lavina, che ha voluto...

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Zizzinella è l’ultimo vino nato a Lavinum wine resort, un vino frizzante metodo ancestrale, dall’idea del produttore Michele Scotto Lavina, che ha voluto riportare nell’antico cellaio uno spumante ottenuto così come facevano i vignaioli che animavano questo luogo antico del vino.

Lavinum è un cellaio di metà ottocento, posto sul costone di tufo giallo adagiato sulla baia di Torregaveta. Riportato in vita da Michele e suo fratello Mario Lavina, imprenditori procidani, innamoratosi di questo luogo di rara bellezza, salvato dal lungo oblio. La vigna di falanghina è di appena un ettaro, sui terrazzamenti ripidi che coraggiosamente si arrampicano attorno al cratere spento di Torregaveta.

Salendo l’antica mulattiera che porta a Lavinum wine resort, sul costone si notano 4 diversi strati che rappresentano 4 differenti eruzioni importanti, a partire dalla prima avvenuta 40.000 anni fa, quella detta dell’Ignibrite Campana, l’eruzione esplosiva più violenta avvenuta nel Mediterraneo, oggi oggetto di importanti studi geologici. Fino ad arrivare alla più recente, risalente a 15.000 anni fa, quella del tufo giallo napoletano, che caratterizza fortemente la collina di Torregaveta. Il suolo nei vigneti cambia radicalmente spostandosi di pochi metri, a causa delle diverse eruzioni vulcaniche. La vigna di falanghina è detta «summa cavea», è poco più di un ettaro, su terreno sottile e polveroso come cipria, dal colore molto chiaro, suolo maturo e ricco di frammenti di tufo giallo napoletano (15.000 anni).
 


Zizzinella ha un nome gioioso proprio perché vuole essere un vino spensierato, da sbicchierare dall’aperitivo alla tavola – 2023 è la prima annata. È un metodo ancestrale, un vino spumante sur lies, col fondo. Leggiadro e solare, dagli accenti vulcanici che riportano alla vigna ricca di tufo e piroplasti, dai sentori agrumati e di crosta di pane, succoso e delicato nelle bollicine, cremoso e fresco, invoglia a bere e ribere come non ci fosse un domani. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino