Pizza Village Napoli, il lungomare negato al simbolo gastronomico della città nel mondo

La manifestazione spostata al Virgiliano, un autolesionismo incredibile: è come se a Monaco di Baviera spostassero in periferia l'Oktoberfest

Pizza Village sul Lungomare di Napoli
Dopo oltre dieci anni il lungomare è stato negato al Pizza Village e la kermesse regina dell'estate napoletana che ha fatto registrare nelle ultime edizioni anche un...

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Dopo oltre dieci anni il lungomare è stato negato al Pizza Village e la kermesse regina dell'estate napoletana che ha fatto registrare nelle ultime edizioni anche un milione di presenze si dovrà spostare altrove, pare al Parco Virgiliano.

Una vicenda abnorme e inspiegabile, a meno che qualche protesta registrata per il traffico e il caos in quello che è ritenuto da alcuni il proprio giardino di casa privato non abbia avuto orecchie sensibili.

Una vicenda incredibile, anche considerando la cifra che ogni anno il Comune incasa come concessione del suolo pubblico, oltre centomila euro.

In pratica, è come se Monaco di Baviera decidesse di spostare fuori dal centro l'Oktoberfest che attrae milioni di persone ogni anno e che è stato il modello che ha spinto gli imprenditori a creare il Pizza Village.

C'è un aspetto economico rilevante che conferma come questa città sia un osso duro per chiunque voglia fare investimenti seri perché del doman non v'è certezza, basta uno schiribizzo di qualcuno per far saltare senza ragione qualsiasi piano di investimento. Inutile lamentarsi poi se si scelgono altre città per promuovere attività che creano lavoro e decine di posti di lavoro. Dobbiamo accettare che qui l'unica attività possibile è quella che scaturisce dalla rendita edilizia. 

Poi c'è un aspetto culturale, più grave di quello economico: la pizza napoletana in questi ultimi anni è diventato un formidabile motore di sviluppo economico uscendo dal folklore e trasformando le pizzerie in piccole e medie aziende, quelle stesse per cui si sprecano convegni e convegni sull'occupazione giovanile. Ha fatto sì che avere una pala per informare una pizza sia molto più figo di avere una pistola, centinaia di ragazzi hanno trovato uno sbocco, una dignità e un reddito lavorando faticosamente in città, in Italia e in tutto il mondo.

L'Arte del Pizzaiolo Napoletano è stata riconosciuta come Patrimonio Immateriale dell'Umanità dall'Unesco vincendo una battaglia incredibile anche contro chi voleva scippare la primogenitura della pizza a Napoli.

Da tutto il mondo arrivano almeno 500 pizzaioli per partecipare al Pizza Village e al Campionato Mondiale del Pizzaiolo.

Insomma quella che è stata una grande macchina gastronomica e turistica che ha creato lavoro all'indotto e agli agricoltori viene cacciata dal centro cittadino, l'immagine iconica dei 50 forni che illuminano il lungomare di notte resterà nella memoria di chi ha vissuto questi magici momenti.

È giusto tutto questo? Come è possibile avere una simile miopia? Come è possibile considerare il Pizza Village alla stregua di una sagra di paese, che comunque vegono tutelate e protette dai sindaci?

Negare il lungomare alla pizza è un atteggiamento talmente antinapoletano che ricorda quanto successo in curva dove il presidente che sta per raggiungere il terzo scudetto è stato pesantemente insultato da sedicenti tifosi. 

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Il Mattino