Sul Corso Vittorio Emanuele c'è un posto speciale dove è di casa il buon umore. È lo Sfizzicariello, la gastronomia sociale dove lavorano una decina di...
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Dietro il bancone ci sono circa 10 ragazzi che a turno servono i pasti, cucinano e lavano il locale con la sapiente supervisione della signora Lina, energica mamma chef, di Lisa il cui sorriso è come un abbraccio e di Carlo che fa di tutto per dare l'opportunità di una vita vera anche a chi soffre il disagio mentale, arrivando dove lo Stato non offre nulla. «Qui facciamo inclusione sociale e inserimento lavorativo per persone con disagio psichico - spiega Carlo - Dieci anni fa abbiamo aperto questa gastronomia dove lavoriamo tutti. Non volevamo fare un laboratorio ma una cooperativa vera e propria dove i ragazzi potessero interfacciarsi con la vita reale e diventare sempre più indipendenti. È stata una scommessa perchè non era scontato che potessimo andare avanti così come siamo e senza alcun finanziamento pubblico. Eppure siamo riusciti solo con la nostra forza di volontà, la professionalità e la qualità a farci apprezzare dal territorio».
Allo Sfizzicariello lavorano tutti come soci. «Per noi è molto importante - continua Carlo - perchè ci gratifica tutti, compreso chi soffre di disagio psichico e così migliora la qualità della propria vita. Ognuno di noi ha bisogno di lavorare e sentirsi gratificato per quello che fa». Così ogni giorno i ragazzi sia alternano in varie manzioni e imparano ad essere assolutamente autonomi nella vita di tutti i giorni. Imparano anche a interfacciarsi con il pubblico e quindi a relazionarsi con le altre persone. Lo fanno sempre con gentilezza e con il sorriso, tanto che chiunque esca di là va via felice. La gastronomia organizza anche ricevimenti, feste, buffet per qualsiasi occasione. Poi ci sono le attività per i ragazzi e le loro famiglie come la Social Gym, percorso di inclusione sociale in riferimento all'aspetto di palestra di vita delle loro attività. È qui che imparano a conoscersi attraverso il teatro, le discipline olistiche, l'alfabetizzazione funzionale, l'affettività e a fare lavori come cameriere di sala, banconista, aiuto chef e commis de cuisine.
Su uno dei muri colorati della gastronomia campeggia una scritta: «Voi mi odiate e io per dispetto vi amo tutti». Un prestito da Kurt Cobain che riassume la bella filosofia del riscatto di chi, senza iniziative di questo tipo, sarebbe costretto a vivere ai margini, scartato dal pregiudizio comune. Allo Sfizzicariello invece tutti sono protagonisti e hanno preso la propria vita a quattro mani. Una bella iniziativa sociale e un luogo dove si mangia davvero bene e si riscopre il gusto della tradizione della migliore cucina napoletana. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino