Dieta intermittente, rischi ed effetti collaterali. Il medico: «Ecco chi deve evitarla»

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Un recente studio sottolinea che saltare i pasti aumenta il rischio di mortalità. È davvero così?

A differenza degli studi citati sino ad ora sul digiuno intermittente, fatti su un limitato numero di persone e per periodi limitati di tempo di settimane–mesi, questo studio valuta quanto determinate abitudini alimentari di molti anni ne influenzino la mortalità. Infatti in questo ampio studio su 24000 persone adulte statunitensi di età pari o superiore a 40 anni, seguite per un periodo di 15 anni, il consumare un pasto al giorno è stato associato a un aumento del rischio di mortalità per tutte le cause e malattia cardiovascolare. Saltare la colazione è stato associato ad un aumentato rischio di mortalità per malattia cardiovascolare, mentre saltare il pranzo o la cena è stato associato ad un aumentato rischio di mortalità per tutte le cause. Tra i partecipanti con tre pasti al giorno, un intervallo tra i pasti di ≤4,5 ore in due pasti adiacenti era associato a una maggiore mortalità per tutte le cause. Pertanto questo studio esprime un importante dato epidemiologico, mettendo in dubbio alcuni aspetti del digiuno intermittente sull’efficacia nel ridurre la mortalità per malattia cardiovascolare. Sicuramente evidenzia la necessità di ulteriori studi fatti per molti anni di valutazione sull’efficacia del digiuno intermittente, non solo nel ridurre i fattori di rischio cardiovascolare ma nel lungo tempo sugli esiti di questi stessi sulla correlata mortalità.

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