Proteste Francia, cosa succede (e perché): dall'omicidio di Nahel alle violenze, con i social sotto accusa e il nodo banlieue

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Il precedente: la rivolta nelle banlieue del 2005

«Nel 2005 non c'erano i social network e le rivolte sono durate comunque a lungo», ha dichiarato all'AFP Leïla Mörch, esperta di governance di Internet e moderazione dei contenuti online. Nel 2005 si innescò una rivolta nelle periferie francesi che durò per tre settimane. La miccia scoppiò a Chlichy-sous-Bois, 15 km da Parigi. Due ragazzi di 17 e 15 anni, Zyed Benna e Bouna Traoré morirono fulminati dentro una cabina elettrica dove si rifugiarono probabilmente per sfuggire a un controllo della polizia. Un terzo ragazzo Muhittin Altun rimase gravemente ferito. Anche in quel caso si scatenò la guerriglia urbana. Protagonisti erano i giovani delle banlieues, in maggioranza immigrati e figli di immigrati.

Il primo ministro De Villepin mandò sulle strade quasi 20 mila agenti di polizia. Il Parlamento approvò leggi speciali per imporre coprifuochi, condurre perquisizioni di casa in casa e proibire assembramenti pubblici. Scattò il coprifuoco a Parigi, Marsiglia, Strasburgo, Lione, Tolosa.

Due giorni prima la morte dei due ragazzi in un comizio nella banlieue di Argenteuil, l'allora ministro degli Interni Sarkozy promise agli abitanti di liberarli dalla "racaille", la "feccia" giovanile che abitava quelle zone.

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