C'è chi Napoli la ama senza condizioni, chi la odia, chi la critica, chi l'ha raccontata e immortalata nei suoi scritti come Johann Wolfgang Goethe il cui aforisma,...
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La leggenda di Partenope assume forme diverse in tanti altri miti e racconti dalle storie della tradizione orale fino alla versione di Matilde Serao che vuole Partenope innamorata dell'eroe ateniese Cimone e «madre» del popolo napoletano - ma su un punto tutti collimano: la sirena rappresenta Napoli e continua a vivere accanto al suo popolo. Dunque per Luisa e l'Atelier Gifuni l'abito che simboleggia la città non poteva che essere una sirena. In mikado di seta pura, con le coppe che delineano il Vesuvio e il Monte Somma simbolo della provincia vesuviana dove la sartoria ha sede, in via D'Auria 77 a Sant'Anastasia (ma tra pochi mesi la sede di Atelier Gifuni si sposterà dinanzi al Santuario di Madonna dell'Arco) con una cintura di perline ricamata a mano e tante strisce di tessuto in chiffon di seta pura che Luisa ha voluto stracciare, lacerare, lasciare libere. «La linea si chiama Passione e la mia prima passione, appunto, è Napoli dice la stilista che è anche tormento, dolore e al contempo bellezza senza eguali. Fa male vedere le proprie radici lacerate, bistrattate come lo sono oggi, ma l'amore non cambia e la speranza rimane». Linee pure dunque, per la sirena in mikado che richiama Partenope, un corpetto dove la scollatura ha la forma di Vesuvio e Monte Somma uno accanto all'altro, una cintura di perline che rappresenta il popolo napoletano e tante tante striscioline di chiffon di seta pura che volano libere, confuse, strappate ma bellissime e suggestive. Come Napoli.
«La sarta mi derideva quando ho letteralmente stracciato lo chiffon senza rifinirlo racconta Luisa ma è quel che volevo rappresentare, le profonde lacerazioni della nostra città: per ottenere l'effetto occorreva strappare il bello non qualcosa di simile o meno costoso». Per indossare quest'abito, simbolo potente, Luisa ha scelto una donna che Napoli e la sua provincia la racconta, che ne conosce bellezze e tormenti e che la ama, allo stesso tempo, profondamente: Mary Liguori, giornalista del Mattino, cronista di nera, vesuviana che porta Napoli sulla pelle e nel cuore. Modella per un giorno, togliendosi le scarpe come una vera «battente» del Lunedì in Albis, Mary ha indossato l'abito per lo shooting fotografico e ha posato gratuitamente sullo sfondo di un altro simbolo del Vesuviano, il Santuario di Madonna dell'Arco. Un luogo non scelto a caso ma in virtù dei fini benefici che Luisa Esposito Gifuni ha voluto dare al servizio fotografico e alla realizzazione dell'abito da sposa: alla Caritas del Santuario mariano infatti, che ogni giorno serve pasti caldi a settanta famiglie nella mensa inaugurata circa due anni fa, sarà devoluto interamente il ricavato della vendita dell'abito alla sposa che vorrà indossarlo. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino