Le donne non sono brave a mentire quanto gli uomini. Dicono meno bugie e quando lo fanno si tradiscono più facilmente. Adesso la conferma arriva da uno studio...
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Gli studiosi hanno preso in esame le risposte di 194 uomini e donne a cui è stato sottoposto un questionario su quante bugie avessero detto nelle ultime 24 ore, di che tipo, a chi e quali fossero le strategie adottate.
I comportamenti
Dai risultati è emerso che gli uomini avevano più del doppio di probabilità di essere considerati dei bugiardi esperti rispetto alle donne. Dalle risposte, concludono i ricercatori, è emerso che i maschi sono molto più bravi a mentire, abili ad inventare storie che si reggono sulle bugie.Non solo, quando raccontano fandonie, gli uomini sono più bravi a fingere e riescono a controllare i movimenti del corpo e del viso che potrebbero tradirli.
Il metabolismo
Mentire dipende da quanto mangiamo? Sembrerebbe di sì, almeno secondo uno studio a cui ha partecipato l'Istituto di scienze e tecnologie della cognizione del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Istc), condotto dal Joint Research Center della Commissione Europea e il Gate-Lab del Cnr francese, che getta le basi per comprendere l'influenza del metabolismo sulla propensione a dire bugie. I ricercatori hanno lavorato con 150 soggetti sperimentali, e hanno dimostrato che la propensione a dire il falso dipende in parte dai livelli di glucosio nel sangue e che potrebbe esserci un legame con l'obesità. I risultati sono stati pubblicati su 'Scientific Reports'. In particolare, soggetti con indice di massa corporea sotto 25, e in particolare donne, hanno dimostrato di essere più onesti dopo aver fatto colazione. «Ad oggi, sappiamo che i cambiamenti dello status energetico a breve termine, come quelli indotti dal digiuno o dalla sazietà, e quelli a lungo termine, come quelli associati all'obesità, possono influenzare una vasta gamma di processi cognitivi, quali memoria, attenzione, propensione al rischio e autocontrollo. Quest'ultimo è un elemento centrale per la capacità di compiere scelte etiche e morali», spiega Eugenia Polizzi, ricercatrice Cnr-Istc e prima autrice dello studio. Leggi l'articolo completo suIl Mattino