Cindy Sherman, la regina dei selfie: usa Instagram come un museo

Cindy Sherman, la regina dei selfie: usa Instagram come un museo
Cindy Sherman in ospedale con i tubi dell'ossigeno che escono dal naso dopo una caduta da cavallo; al circo per un...

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Cindy Sherman in ospedale con i tubi dell'ossigeno che escono dal naso dopo una caduta da

cavallo; al circo per un compleanno; trasfigurata con la maschera da clown, molteplici parrucche da diva, pensionata o «gamine» grazie alle qualità deformanti di una app per il fotoritocco. La 63enne artista americana celebre per gli autoritratti concettuali ha aperto al pubblico la sua pagina Instagram.

Neanche un anno fa, in una intervista al New York Times, Cindy Sherman stigmatizzò la condivisione di foto sui social media: «Mi sembra così volgare». Evidentemente da allora ha cambiato idea. Il profilo di condivisione delle immagini è stato adottato dalla regina dell'autoscatto per sperimentare un nuovo modo di comunicare la propria produzione come aveva fatto di recente Richard Prince, con una serie poi esposta da Gagosian. La Sherman, che aveva cominciato a esplorare le potenzialità di Instagram in ottobre aprendo il profilo privato misterfriedas_mom in onore del suo pappagallo, ha sbloccato senza preavviso l'accesso la scorsa settimana cambiando
l'indirizzo in . _cindysherman. Ne sono emerse oltre 600 foto: panorami al chiaro di luna, scene di vita in campagna, ma soprattutto decine di autoritratti rivisitati alla luce della potenzialità narcisistiche del selfie. In una settimana Cindy ha raccolto oltre centomila seguaci.

La Sherman è emersa sulla scena dell'arte con la serie «Untitled Film Stills» in cui tra 1977 e 1980 ricreò
con il proprio corpo particolari scene e volti dei noir degli anni Cinquanta e Sessanta. Da allora, e per 40 anni, l'artista ha fotografato se stessa in una varietà di costumi e personaggi che richiamano l'attenzione sullo stereotipo della donna per come appare nella cinematografia e sui media. Il suo profilo Instagram comincia un pò come per tutti, utilizzando il social come una sorta di diario per immagini.

Solo a maggio, dopo aver scaricato l'app Facetune che permette radicali ritocchi con una strisciata di dita, Cindy ha iniziato a usare la sua faccia come la tela di un quadro. Sono nati cosi una quarantina di auto-ritratti che, pur non avendo il rigore della creazioni più formali, si avvicinano alla perfezione del suo lavoro in studio.


Stravolta, deformata, spesso irriconoscibile. In molti scatti la Sherman indossa parrucche e ha i tratti del volto e il colore della pelle completamente alterati. Ma si tratta effettivamente di selfie o di una nuova fase di ricerca? Leggi l'articolo completo su
Il Mattino