Davide Astori, Francesca Fioretti dopo la condanna del medico legale: «Scrivo per andare avanti»

Francesca Fioretti ripercorre la sua storia a tre anni dalla morte di Davide Astori. All'indomani della condanna del medico sportivo, la compagna del calciatore della...

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Francesca Fioretti ripercorre la sua storia a tre anni dalla morte di Davide Astori. All'indomani della condanna del medico sportivo, la compagna del calciatore della Fiorentina scrive un post su Instagram con cui condivide l'introduzione del suo libro “Io sono più amore“ e la voglia di andare avanti. Francesca ha trovato la forza per mettere nero su bianco il suo dolore, in un volume in uscita giovedì per La Nave di Teseo.

«Ho pensato spesso di scrivere la mia storia, la nostra storia. - si legge su Instagram - Tutte le volte che ci ho pensato, ho pensato che non avrei saputo da dove iniziare, come andare avanti, come finire. Non è solo perché le cose da dire non sono riducibili a un libro, né lo saranno mai, ma perché il modo – il verso – mi appariva sempre qualcosa di irraggiungibile». 

La compagna di Astori e madre di sua figlia Vittoria cerca di comunicare a parole il suo dolore: «Come possiamo dare forma al sentire, quando il sentire è così reale, quando non esiste altro se non il modo in cui ti sta addosso, tra gli organi, nella mente, quando non esiste altro se non questo strato di pelle che è venuto via e ti fa percepire il mondo – i suoi odori, colori, la luce, la modulazione del suono, la presenza fisica, la sua assenza – come mai lo hai sentito prima? Poi ho capito che non dovevo trovare un modo, che ne avrei comunque tentati molti. Che scrivere è come fare tutte le cose che ogni giorno – per urgenza, necessità, amore e desiderio – ho imparato a fare, da sola, per me stessa, per Vittoria». 

«Questo libro - conclude - sarà tante cose, forse non riuscirà a esserne fino in fondo solo una.
Raccoglierà il mio mutamento, raccoglierà la mia consapevolezza. Sarà un modo per vivere ancora una volta il distacco, per provare a liberarmi, a librarmi, per andare di nuovo a capo, e stare immobile, a contatto con la rinascita e il dolore. Sarà un modo per rendere giustizia a questa vita a cui chiedo tutto ancora con caparbietà, per trovare un posto al mio immenso amore. Scrivo questo libro per tre persone e due sole ragioni:


per Vittoria, per Davide, per me. Per non dimenticare mai nulla. Per vivere ancora». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino