Nel giardino incantato di Gianni Molaro, immerso nel profumo di orchidee ed ortensie, prendono vita tra eleganti fenicotteri rosa, piante di agave dal volto femminile. È...
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Ecco allora grandi foglie sfumate dal blu al giallo, lavorate a contrasto e sovrapposte tra loro, che avvolgevano i corpi costruendone le linee ed i volumi, delineandone forme e strutture. Gianni Molaro, spiegano i responsbaili del suo staff, ha trasformato, inclinato, intrecciato le foglie di questa pianta creando, attraverso il movimento naturale, un nuovo dinamismo stilistico.
Il risultato illustrato da Rosario Caramiello è stato una serie di sirene di iuta color ecrù sono le basi ricamate da cristalli dorati su cui costruire abiti fasciati da foglie in mikado di seta declinate nelle tonalità del verde, in un abbagliante gioco di chiari e di scuri, foglie che si trasformavano come incredibili sculture in orli asimmetrici, in colli sciallati, in calzature sofisticate.
L’effetto era quello di grandi piante di agave che divengono corpi mutevoli di donne irreali in cui l’abito sirena di paillettes cangianti rosa e verde, dalla lunga coda godé, era solcato da nervature, aveva un capo spalla ricavato dagli incastri delle foglie d’agave di colore oro: il passaggio per un mondo onirico dove l’abito diviene simbolo in una simbiosi indissolubile tra il mondo femminile a quello vegetale.
Gli animali utilizzati nella performance d’Haute Couture di Gianni Molaro, spiegano ancora i collaboratori dello stiista, oltre ad essere addestrati al contatto con il pubblico non hanno subito maltrattamenti né situazioni di stress e sono stati costantemente assistiti da personale specializzato. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino