Francesco Totti e Luca Toni hanno condiviso tante partite e alzato insieme la coppa dei Mondiali 2006. In molti oggi hanno assistito alla diretta Instagram dei due ex...
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Una ferita che non si è mai del tutto rimarginata perché il mito dei romanisti non riesce a tornare a Trigoria a cuor leggero, nonostante il figlio Cristian si alleni nelle categorie giovanili. «Non ho mai più messo piede a Trigoria perché che vado a fare? Ogni volta che accompagno Cristian mi fermo ai cancelli e mi viene da piangere. Per 30 anni stavo più lì che a casa mia».
Per Luca Toni l'addio al calcio è stato meno sofferto, ma ammette di comprendere le ragioni dell'amico sottolineando, tuttavia, che un giorno dovrà pur tornare tra i dirigenti o semplicemente per guardare il figlio giocare. Entrambi sfogliano idealmente l'album dei ricordi e si rendono conto che dei campioni del 2006 in campo è rimasto solo Gigi Buffon. «Facendo il portiere va avanti... Altri due o tre anni li può fare a mani basse», concordano.
Poi si soffermano su quello che secondo loro è stato il miglior giocatore della loro generazione: «Ronaldo il Fenomeno è stato il più forte di tutti... Aveva una capoccia diversa». C'è spazio anche per parlare delle speranze degli Azzurri: «Mancini sta facendo bene, nella Nazionale italiana ci sono i più forti». E del futuro dei loro figli. «A Cristian gliel'ho detto che se ce la fa deve riuscirci con le sue gambe o altrimenti può restare in panchina», spiega Totti. «A mio figlio, invece, il calcio non piace. Ha i miei piedi, ma gioca a tennis», controbatte Toni.
E la telefonata va avanti a parlare della famiglia e dei passatempi in quarantena. «Cosa fai tutto il giorno?», chiede Toni. «Mi alleno mattina e pomeriggio per passare il tempo». E i social sembrano un'altra forma di intrattenimento, anche se sono entrambi consapevoli dei limiti. «Instagram ha rovinato tante persone», spiegano alludendo alla nuova classe di calciatori. «I nostri erano altri tempi, oggi diventano famosi prima di fare i gol. Instagram è la morte dei giocatori». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino